Conferenza stampa alla Camera dei parlamentari italiani per la pace che ieri hanno lanciato un appello per la liberazione di Marwan Barghouti, e di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. “Mi auguro che serva a fare pressione su Israele”, ha detto Mai Al Kaila, ambasciatore palestinese in Italia
della redazione
Roma, 23 aprile 2015, Nena News – La questione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane è stata il tema di una conferenza stampa tenutasi ieri alla Camera dei deputati, a Roma. Un’iniziativa promossa dall’intergruppo parlamentare per la pace, di cui fanno parte esponenti del Pd (Marietta Tidei, Filippo Fossati, Vincenzo Vita) e di Sel (Franco Bordo, Marisa Nicchi).
L’iniziativa rientra nella campagna internazionale per la liberazione di Barghouti, lanciata dalla cella di Robben Island dove scontò i suoi anni di carcere Nelson Mandela. Un’associazione, quella tra Mandela e Barghouti (definito da alcuni il ‘Mandela palestinese’) che di fatto paragona l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi all’apartheid subita dai nei in Sud Africa. E uno degli strumenti dell’occupazione è proprio la detenzione politica. Alcuni prigionieri hanno trascorso in carcere anche trent’anni e questo fa di Israele il Paese occupante responsabile dei più lunghi periodi di detenzione politica.
L’incontro è servito a lanciare un appello per la liberazione di Marwan Barghouti, esponente di Fatah considerato il più influente leader palestinese che ha trascorso gli ultimi 13 anni dietro le sbarre. Ma anche di tutti i palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane: oggi sono oltre 6.500.
Barghouti, per il consenso che raccoglie tra i palestinesi, è un simbolo e la sua liberazione aprirebbe uno spiraglio di speranza per tutti i palestinesi. Il fatto che la questione dei prigionieri sia arrivata dentro il Parlamento italiano e che abbia ottenuto l’adesione di parlamentari italiani è di grande rilevanza, ha detto Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina.
Dietro le sbarre sono finiti anche molti esponenti politici palestinesi. “Sono 17 i parlamentari”, ha spiegato la signora Mai Al Kaila, ambasciatore palestinese in Italia, che si è augurata che i parlamentari italiani facciano pressione su Tel Aviv per sostenere la causa dei propri colleghi palestinesi.
Una situazione “ingiusta, su cui non si devono spegnere i riflettori”, ha detto Marietta Tidei, deputato del Pd, ricordando che quella dei prigionieri non è l’unica ingiustizia subita dai palestinesi.
In 48 anni di occupazione di Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme Est e Golan, Israele ha incarcerato 850mila palestinesi. Un numero esorbitante di prigionieri politici dal 1967 a oggi, che non tiene conto degli arresti compiuti dal 1948, anno di creazione dello Stato di Israele e della Nakba (catastrofe) palestinese. Di queste 850mila persone, 15mila sono donne e decine di migliaia minorenni, il cui numero è aumentato in maniera esponenziale negli ultimi quattro anni: 3.755 bambini arrestati, di cui 1.266 soltanto nel 2014. Nena News
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