La Knesset sospende Zoabi, Ghattas e Zahalka per aver fatto visita alla famiglia di un giovane che aveva compiuto un attacco a ottobre e il cui corpo non è stato ancora riconsegnato. Ancora tensioni nei Territori Occupati

Al centro la parlamentare palestinese Hanin Zoabi e a sinistra Jamal Zahalka (Foto: Yonatan Sindel/Flash90 )
della redazione
Roma, 9 febbraio 2016, Nena News – Ieri sera tre parlamentari palestinesi alla Knesset sono stati sospesi. La loro colpa è di aver fatto visita alle famiglie di alcuni giovani responsabili di attacchi in questi mesi di violenze. Ad allontanare dagli scranni del parlamento per quattro mesi Hanin Zoabi e Basel Ghattas e per due mesi Jamal Zahalka è stato il comitato etico della Knesset. I tre, tutti membri del partito Lista Araba Unita, sorpresa delle ultime elezioni, potranno comunque partecipare ai lavori delle commissioni.
I tre avevano incontrato i familiari di Baha Alayan, giovane di Gerusalemme che attaccò un autobus il 13 ottobre e uccise, insieme ad un altro palestinese, due israeliani prima di venir ammazzato dalle forze israeliane. Il suo corpo non è stato ancora riconsegnato alla famiglia, una pratica spesso usata per esasperare gli animi e giustificata dalle autorità di Tel Aviv come modo per prevenire i funerali e quindi ulteriori proteste.
La Lista Unita ha reagito alla decisione con un comunicato nel quale accusa il premier Netanyahu di “incitamento” e di aver dato vita ad “una campagna di agitazione che ha indotto ad una decisione miserabile e anti-democratica”.
Difficile non vedere nella decisione di sospensione la mano del premier israeliano Netanyahu che domenica, in consiglio dei ministri, aveva chiesto al procuratore generale di prendere misure contro coloro che “vanno a confortare le famiglie degli assassini”. “Tali membri della Knesset non meritano di esserne parte. Chiedo al presidente del parlamento di esaminare le misure da prendere contro di loro”, aveva concluso il premier. Poche ore dopo un disegno di legge veniva presentato alla Knesset: la sospensione di un parlamentare sarà possibile se a votare a favore saranno almeno i tre quarti dei colleghi, ovvero 90 parlamentari.
Alle elezioni dello scorso anno la nuova formazione, che vede insieme palestinesi e israeliani anti-sionisti, aveva ottenuto 13 seggi su 120, terza forza politica alla Knesset. Una vittoria non da poco per i palestinesi cittadini israeliani, che – pur rappresentando il 20% della popolazione totale – soffrono per una radicata esclusione istituzionale dalle questioni interne del paese.
La presa di posizione di Netanyahu è figlia delle difficoltà politiche in cui il premier rischia di affondare: con una sollevazione che va avanti ormai da oltre quattro mesi, con 30 israeliani e 170 palestinesi uccisi, con l’impossibilità – come chiede il paese – di garantire piena sicurezza non trattandosi di lotta armata ma di atti individuali, Bibi rischia di venire travolto dai nemici-amici. Ovvero da quelle formazioni di ultradestra, vicine se non figlie del movimento dei coloni, che chiedono il pugno di ferro e vedono nell’attuale ciclo di violenza la migliore delle occasioni per portare avanti il progetto coloniale e la distruzione della cosiddetta soluzione a due Stati.
A monte sta un’occupazione lunga sette decenni, profondamente sentita e subita dalle generazioni giovani spesso protagonoste di attacchi in questi mesi. Questa mattina due ragazze palestinesi sono state arrestate nella Città Vecchia di Gerusalemme da poliziotti di frontiera perché accusate di voler compiere accoltellamenti. Questo è quanto riportato dalla portavoce della polizia, Lubna al-Samri, ma non si hanno per ora altri dettagli o testimonianze dei presenti.
Sempre tesa la situazione in Cisgiordania dove proseguono le punizioni collettive contro la popolazione palestinesi: nel fine settimana le autorità israeliane hanno revocato i permessi di lavoro a tutti i palestinesi residenti a Qabatiya, il villaggio di provenienza dei tre giovani che hanno ucciso una poliziotta israeliana a Gerusalemme. La comunità aveva già subito giorni di blocco totale, raid e perquisizioni. Un blocco che aveva portato a scontri tra i militari israeliani e i residenti: 13 di loro sono rimasti feriti, tra cui un ragazzo di 15 anni investito da una jeep e ora in gravi condizioni e un 24enne colpito all’addome da una pallottola. Nena News
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Meglio che questo giornalista nkn scriva più articoli sul medioriente visto che non capisce niente. Senza offesa braccia rubate all agricoltura