L’Isis assume il controllo dell’80% dell’impianto di greggio più grande del paese, strategico dal punto di vista economico ma anche geografico, perché punto di passaggio tra Kirkuk e Mosul.
della redazione
Roma, 8 maggio 2015, Nena News – Lo Stato Islamico ha assunto il controllo dell’80% della raffineria di Baiji, il più grande impianto di lavorazione del greggio in Iraq. La prova che il califfato non sta arretrando come annunciato dagli Stati Uniti, che poche settimane fa – per bocca del Pentagono – dichiaravano che il 20-25% dei territori occupati nel paese dall’Isis erano stati ripresi da Baghdad.
Ma al di là della consistente vittoria segnata a Tikrit, città sunnita riconquistata da un fronte formato per lo più da miliziani sciiti legati all’Iran, il califfo al-Baghdadi – di cui in pochi conoscono la sorte, dopo l’annuncio del suo grave ferimento – non sta arretrando. L’importanza strategica di Baiji è palese: buona parte delle entrate economiche dell’Isis si fondano sulla vendita sottobanco di greggio iracheno.
Tanto palese da far seriamente preoccupare Washington che ha ordinato di intensificare i raid contro le postazioni islamiste nella raffineria: Baiji è un elemento fondamentale dell’infrastruttura petrolifera irachena, ha detto il capo di Stato Maggiore Usa, il generale Dempsey, e strategico perché punto di collegamento tra Kirkuk e Mosul. Baiji è la principale fonte di rifornimento di energia per la città di Mosul: perdere quell’impianto renderebbe più ardua qualsiasi controffensiva per riprendere la comunità.
Sono ormai mesi che il governo di Baghdad e lo Stato Islamico si contendono la raffineria: a novembre le truppe governative avevano riassunto il controllo dell’impianto, per perderlo nuovamente ad aprile quando l’Isis ha lanciato un’ampia offensiva nella provincia. E ora il califfato controlla quasi la totalità della raffineria, l’80% secondo fonti militari: per mantenere a distanza le truppe governative, il califfato sta utilizzando cecchini e kamikaze. A rallentare la controffensiva irachena, secondo il Pentagono, è la difficoltà a far arrivare munizioni, armi e rinforzi: “Gli iracheni sono sotto pressione e hanno perso il controllo del perimetro e di alcune strade che collegano all’impianto”, ha aggiunto Dempsey.
Da parte sua, Washington prosegue nel suo sostegno a Baghdad con i raid aerei, più volte criticati dallo stesso esecutivo iracheno che accusa la coalizione anti-Isis di estrema lentezza e inefficacia. A quasi un anno dalla presa di Mosul, prima città irachena a cadere in mano all’Isis, il movimento islamista avanza quasi del tutto indisturbato, radicando la sua presenza nelle zone occupate, creando sistemi di governo e nuove leggi, garantendosi il controllo delle risorse economiche necessarie ad attirare nuovi adepti.
La risposta internazionale non pare all’altezza, frenata da una serie di ostacoli concreti come le strategie politiche regionali di quegli attori che hanno indirettamente contribuito alla proliferazione del califfato, dalla Turchia all’Arabia Saudita. A guadagnarci è l’industria bellica internazionale, in particolare quella statunitense che sta facendo affari d’oro in Medio Oriente. Martedì è stato annunciato l’ultimo accordo di vendita all’Iraq, 395 milioni di dollari in munizioni per mortai e esplosivi. A pagare per ora sono gli stessi Stati Uniti viste le difficoltà economiche di Baghdad: quest’anno il deficit interno sfiorerà i 21 miliardi di dollari.
Chi invece pare non avere difficoltà a rifornirsi di armi è proprio l’Isis: secondo l’agenzia stampa araba Soumeria, citata da quella iraniana Fars News, i miliziani islamisti hanno trasferito dalla Siria alla provincia irachena di Anbar tonnellate di armi. “L’Isis ha trasferito diverse tonnellate di armi e munizioni dalla Siria alla città irachena di al-Qaem, a 350 km da Ramadi”, ha detto Farhan Mohammad, funzionario provinciale a Anbar, avvertendo del pericolo che un simile arsenale possa essere utilizzato dallo Stato Islamico per avanzare ulteriormente dentro la città di Ramadi, da mesi contesa con le forze governative. Nena News