Una lunga scossa ha colpito ieri sera il confine tra i due paesi. Case distrutte e reti idriche e elettriche ferme, sarebbero 70mila gli sfollati in condizioni difficili a causa del freddo invernale che già è arrivato tra le montagne Zagros
AGGIORNAMENTI
14 novembre, ore 16 – 12MILA CASE DISTRUTTE, PER LO PIU’ EDILIZIA POPOLARE
Mentre sale il numero delle vittime del sisma che ha colpito l’Iran domenica sera (540 morti, 8mila feriti), scoppia la polemica per il crollo di 12mila case, molte delle quali costruite negli anni del governo Ahmadinejad come parte di un piano di edilizia popolare. Simili numeri si associano a quelli degli sfollati, almeno 70mila, che richiedono intervento immediato: le autorità iraniane stanno inviando da ieri tende, letti, coperte e ospedali da campo e l’Onu si è oggi offerta di sostenere gli sforzi di assistenza.
Il vicepresidente Eshaq Jahangiri ha intanto annunciato l’avvio di un’inchiesta per il collasso degli edifici costruiti per famiglie povere dal precendente presidente, sotto l’ombrello del Mehr Housing Project, programma statale di edilizia popolare ampiamente sponsorizzato da Ahmadinejad come parte delle politiche per la popolazione.
13 novembre, ore 14.45 – SALE IL BILANCIO DEI MORTI, SONO 387
Sale a 387 il bilancio delle vittime del terremoto che ieri sera ha colpito le regioni al confine tra Iran e Iraq. Gran parte delle vittime si registrano in territorio iraniano, nove i morti nel Kurdistan iracheno. Solo in Iran si contano al momento 6.603 feriti, ma le operazioni di soccorso e di estrazione dalle macerie proseguono.
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della redazione
Roma, 13 novembre 2017, Nena News – Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto che ieri sera ha colpito la zona di confine tra Iran e Iraq: oltre 330 morti e quasi 4mila feriti per un sisma potentissimo, 7.3 di magnitudine.
La scossa ha avuto come epicentro la provincia iraniana di Kermanshah, nelle montagne Zagros che divisono l’Iran dall’Iraq, zona rurale e montagnosa dove la popolazione vive per lo più di agricoltura e pastorizia. Regione a maggioranza kurda, è considerata una delle culle delle civiltà mondiale, con comunità risalenti a 1omila anni prima di Cristo.
La più colpita è la città iraniana di Sarpol-e Zahab, ma sono almeno 14 le province in qualche modo interessare dalla scossa, avvertita con forza anche nel vicino Iraq, in particolare nel Kurdistan iracheno, nell’area della città di Halabja (nota perché teatro nel 1988 del massacro di 5mila kurdi per mano di Saddam Hussein), dove i morti sarebbero una decina.
Le operazioni di soccorso sono in corso: si cercano sopravvissuti sotto le macerie, se ne stimano decine se non centinaia in una zona isolata dalle grandi città iraniane. Molti villaggi colpiti sono al momento irraggiungibili perché le strade hanno subito gravi danni e frane e il timore è di trovare molte altre vittime nelle comunità più isolate. A preoccupare sono anche gli sfollati: secondo la Mezzaluna rossa iraniana sarebbero almeno 70mila le persone bisognose di assistenza immediata. Teheran ha inviato sul posto la polizia e le guardie rivoluzionarie, mentre si valutano i primi gravi danni: l’ospedale di Sarpol-e Zahab è stato gravemente danneggiato, aggravando l’accoglienza dei feriti.
Case distrutte, migliaia di sfollati fuggiti alla distruzione con nulla in mano, linee telefoniche saltate e reti idrica e elettrica ferme. Tutto nella stagione autunnale e l’ingresso nell’inverno, particolarmente freddo in questa area del Medio Oriente. E mentre le autorità iraniane e irachene stanno rispondendo all’emergenza – con quelle di Baghdad più a rilento – la Turchia è la prima a offrire aiuto: sono già partiti per il valico di Habur 33 camion di aiuti diretti alla città kurdo-irachena di Suleymaniya con 3mila tende e 10mila letti. Suleymaniya èla provincia più colpita del Kurdistan iracheno. Qui, le autorità locali, hanno dichiarato lo stato di emergenza. Nena News