L’organizzazione filo-israeliana Acom, che ha legami stretti con partiti politici di Tel Aviv, denuncia i comuni spagnoli che hanno aderito alla campagna di boicottaggio. Una battaglia che si gioca nelle corti, diventate un microcosmo di una più ampia lotta per l’opinione pubblica
di Rebecca Stead – Middle East Monitor
(Traduzione di Amedeo Rossi – Zeitun)
Roma, 25 settembre 2018, Nena News – Il 4 settembre una corte distrettuale spagnola ha annullato una mozione di appoggio al movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (Bds). La risoluzione era stata portata avanti dal consiglio comunale di Ayamonte, una piccola città sul confine con il Portogallo e chiedeva il bando di ogni rapporto con imprese o organizzazioni israeliane.
A fine agosto due comuni spagnoli, Villarrobledo e Sagunto, hanno revocato il sostegno al Bds pochi mesi dopo aver dichiarato le loro città “spazio libero dall’apartheid israeliano”. Sono solo due di circa 60 città e cittadine spagnole che hanno manifestato il proprio appoggio al movimento Bds negli ultimi due anni. Tra queste Valencia – la terza città più grande della Spagna – che si è unita al Bds facendo riferimento alle atrocità commesse da Israele contro i palestinesi che all’inizio di quest’anno hanno partecipato alla “Grande Marcia del Ritorno” nella Striscia di Gaza assediata.
Quindi, perché questo voltafaccia? Un filo rosso che unisce i tre casi succitati è Acom, “Acción y Comunicación sobre Oriente Medio” (Azione e Comunicazione sul Medio Oriente). Acom si definisce un’“organizzazione a-confessionale e indipendente che intende intensificare i rapporti politici tra la Spagna e Israele lavorando con i governi, i partiti politici, i media e la società civile.” Eppure, lungi dall’agire come un’organizzazione indipendente, Acom è stata in prima fila nei tentativi di Israele per contrastare l’appoggio al Bds, coinvolgendo nel farlo i tribunali spagnoli in un braccio di ferro.
Nel caso di Ayamonte, Acom ha presentato una causa legale presso il tribunale distrettuale perché la risoluzione Bds del consiglio comunale venisse annullata. Villarrobledo e Sagunto sono state minacciate di azioni legali se non avessero rinunciato al loro appoggio al movimento di boicottaggio. Parlando di Sagunto, il presidente di Acom Ángel Mas ha detto che “continueremo a impedire al movimento estremista Bds di infiltrarsi nelle istituzioni di tutti i cittadini spagnoli e di distruggere la natura democratica, pluralistica ed aperta delle nostre istituzioni”.
Secondo Times of Israel [giornale indipendente israeliano in inglese, ndtr.] utilizzando questa strategia Acom ha bloccato almeno 26 iniziative di consigli locali e comuni spagnoli per promuovere una posizione a favore del Bds. Il Jerusalem Post [giornale di destra israeliano, ndtr.] stima che questo numero potrebbe salire a 35.
Acom non fa nessun tentativo di nascondere il proprio progetto filo-israeliano. Il suo sito web propone di “smontare il razzismo del Bds” e cita uno strano miscuglio di “fatti su Israele”, compreso che il 20% della popolazione di Israele è araba e che non c’è stato nessun riconoscimento da parte di Hamas del diritto all’esistenza di Israele. Se si possono trarre conclusioni su un’organizzazione in base agli amici che ha, i suoi stretti legami con l’Anti-Defamation League [Lega contro la Diffamazione, organizzazione della lobby filoisraeliana, ndtr.] negli Usa, il Palestine Media Watch [Osservatorio dei Media Palestinesi], una ong con sede in Israele che controlla gli “incitamenti alla violenza” da parte dei mezzi di comunicazione palestinesi, e Ong Monitor, un gruppo con sede a Gerusalemme noto per criticare con veemenza solo le ong di sinistra e filo-palestinesi, la dicono lunga sul programma di Acom.
L’organizzazione ha anche stretti rapporti con il sistema politico israeliano. Nel 2017 il membro del parlamento israeliano Yair Lapid, del partito Yesh Atid [partito di centro, all’opposizione, ndtr.] si è unito a una delegazione di Acom e di Ong Monitor presso il parlamento spagnolo per presentare un rapporto congiunto su Ong che “portano avanti campagne politiche ostili ad Israele”.
Lapid è stato a lungo in rapporto con la politica di colonizzazione del governo israeliano, e nel luglio 2017 ha partecipato a una cerimonia nella colonia illegale di Netiv HaAvot, a sud di Betlemme, persino dopo che la Corte Suprema israeliana aveva ordinato la demolizione dell’avamposto e l’evacuazione dei suoi abitanti illegali. Nel maggio 2018 Lapid ha affermato che, in base al futuro “Accordo del Secolo” del presidente Usa Donald Trump, la cittadina di Abu Dis sostituirà Gerusalemme come capitale di un futuro Stato palestinese.
Questi legami con le ong di destra e con l’elite politica israeliana hanno collocato Acom in prima linea nella guerra di Israele contro il Bds. Sul piano interno, la spinta ha portato Israele a vietare a vari attivisti del Bds, compresa Ana Sanchez Mera, che sarebbe affiliata al Comitato Nazionale [palestinese] del Bds (Bnc) e attiva nelle iniziative del Bds spagnolo, l’ingresso nel Paese.
Eppure che quest’ultima battaglia si stia giocando nei tribunali spagnoli, un luogo a dir poco improbabile, dimostra che questo braccio di ferro va ben oltre i confini dello Stato ebraico. In questo modo i tribunali spagnoli sono diventati sotto molti aspetti un microcosmo di una più ampia lotta per l’opinione pubblica, una guerra per le pubbliche relazioni combattuta in un mondo torbido di Ong e di programmi solo parzialmente occulti.
Eppure nel marzo 2018 al presidente di Acom Ángel Mas è stato dato un assaggio della sua stessa medicina. Il Comitato di Solidarietà con la Causa Araba, una ong che riceve finanziamenti da molti comuni spagnoli, ha presentato una denuncia di 70 pagine contro Mas. L’iniziativa ha rappresentato la prima volta che un ente filo-israeliano è stato chiamato in tribunale in Spagna per le sue attività.
Mas ha detto di essere “sorpreso e contrariato” per la decisione del giudice di esaminare la denuncia, definendo la mossa “un tentativo futile di abusare del sistema giudiziario spagnolo con la propaganda”. Mas ha aggiunto: “Avendo subito durissime sconfitte in tribunale, il movimento Bds spagnolo sta cambiando metodi. Sta prendendo di mira singoli individui con una campagna di menzogne (…) Non avrà successo”.
Questi costanti andirivieni giuridici non mostrano alcun segno di diminuzione. Proprio questa settimana Acom ha pubblicato un comunicato stampa vantandosi di un’azione legale pendente contro il consiglio comunale di Pamplona, nel nord della Spagna. La denuncia lo accusa di discriminazione contro israeliani ed ebrei spagnoli per la mancata istituzione di una piattaforma di rappresentanti israeliani e per l’appoggio al boicottaggio militare [di Israele], due punti fondamentali del movimento Bds.
Con questi precedenti, i tentativi di Acom e, per estensione, di Israele per distruggere la campagna di boicottaggio in Spagna hanno sempre più spinta e forza. Benché movimenti filo-Bds come Csac abbiano iniziato a giocare lo stesso gioco di Acom, questi tentativi rimangono ancora indietro sia per quantità che per impatto. Se il Bds desidera conservare slancio e influenza, dovrà mettere più forza in questo prolungato braccio di ferro.