Secondo la polizia israeliana, un ex portavoce del premier avrebbe provato a corrompere una giudice per bloccare un caso di frode nei confronti della moglie del primo ministro. Arrestati domenica alcuni amici intimi di Netanyahu per il “caso 4.000” che vede coinvolta la Bezeq, l’azienda leader in Israele nel settore delle telecomunicazioni
della redazione
Roma, 21 febbraio 2018, Nena News – La bufera politica che sta investendo Netanyahu non si placa: ieri la polizia ha sostenuto che un ex portavoce del premier israeliano, Nir Hefetz, avrebbe provato a corrompere una giudice nel tentativo di bloccare un caso di frode nei confronti di Sara, la moglie del primo ministro.
Secondo l’indagine, nel 2015 Hefetz avrebbe offerto tramite un intermediario di aiutare una giudice a diventare procuratore generale qualora lei avesse deciso, una volta assunto l’incarico, di annullare i procedimenti contro Sara Netanyahu. Secca è stata la reazione del premier alle rivelazioni della polizia: “Non ho mai chiesto a Nir Hefetz di fare questo, né mi ha mai proposto qualcosa del genere. E sapete cosa? Non credo che abbia avanzato tale possibilità con nessuno”. “Questa è un’accusa illusoria”.
Non è la prima volta che la moglie del premier finisce al centro di qualche scandalo (vero o presunto): al di là dei maltrattamenti dei suoi ex collaboratori domestici per cui è stata anche condannata, lo scorso settembre il procuratore generale di stato Avichai Mandelblit ha detto di volerla incriminare per frode perché avrebbe utilizzato i fondi pubblici per cene private e servizi di catering dal costo superiore ai 100.000 dollari.
Ma i guai giudiziari per i Netanyahu potrebbero non finire qui. Ieri la polizia ha reso noto che oltre ad Hefetz, ha arrestato anche un altro amico del premier, Shlomo Filber, che una volta dirigeva il ministero delle Comunicazione. Filber sarebbe accusato di corruzione in un caso che vedrebbe coinvolta la Bezeq, l’azienda leader in Israele nel settore telecomunicazioni.
Il principale azionista di Bezeq, nonché un amico di famiglia dei Netanyahu, Shaul Elovitch, insieme a sua moglie e suo figlio e all’amministratrice delegata della compagnia Stella Handler sono stati arrestati domenica, ma i loro nomi sono stati rivelati alla stampa solo ieri. Secondo la polizia, Bezeq avrebbe ricevuto regolarmente alcuni favori in cambio di una copertura mediatica più favorevole per il premier Netanyahu su Walla, agenzia di notizie israeliana controllata dalla holding di Elovitch, Eurocom. Come Sara Netanyahu nel caso precedente, Elovitch, sua moglie e suo figlio negano di aver commesso i reati, mentre l’ex ministro delle comunicazioni Filber ha per ora preferito non rilasciare dichiarazioni.
Al momento non è emerso il coinvolgimento di Netanyahu nel caso Bezeq, noto in Israele come “caso 4.000”. Tuttavia, scrive la stampa israeliana, il premier potrebbe essere a breve interrogato. Non una bella notizia per il leader del Likud dopo che la scorsa settimana la polizia ha chiesto di incriminarlo per due dei tre casi giudiziari su cui indagava da mesi e su cui ora dovrà stabilire il procuratore generale d’Israele Mandelblit se processarlo o meno.
I tre casi di corruzione per cui Netanyahu è sotto indagine sono stati chiamati dalla stampa israeliana “caso 1.000”, “caso 2.000” e “caso 3.000”. Secondo le indagini della polizia, nel primo il leader del Likud avrebbe ricevuto regali costosi stimati in decine di migliaia di dollari da ricchi sostenitori in cambio di alcuni favori. Più grave è il caso 2.000 dove Netanyahu è accusato di aver provato ad accordarsi segretamente con il direttore del quotidiano Yediot Aharonot per ridurre la circolazione del tabloid gratuito Israel HaYom (vicino al premier) in cambio di una copertura mediatica più positiva da parte di Yedioth. Ancora più serio è il terzo caso relativo alla vendita di sottomarini tedeschi Dolphins a Israele. Qui, infatti, oltre alle tangenti, sarebbe stata messa in pericolo la stessa sicurezza nazionale del Paese. Le indagini della polizia hanno portato finora all’arresto dell’ex capo dello staff di Netanyahu, l’avvocato Davida Sharan, ma non hanno ancora dimostrato il coinvolgimento del premier. Il primo ministro si dichiara innocente e parla di “caccia alle streghe” politica ai suoi danni. Nena News