La visita dell’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, al presidente del parlamento egiziano, Ali Abdel Al, dopo la strage alla moschea di Rawda, si è trasformata in un’occasione per fare il punto sui rapporti tra Italia ed Egitto e su come intensificarli ad ogni livello
AGGIORNAMENTO 29 NOVEMBRE
Ministro Esteri Shoukry domani a Roma per Conferenza Mediterranean Dialogues
Roma e il Cairo sono sempre più vicine. Il ministro degli esteri egiziano, Sameh Shoukry, sarà domani a Roma per partecipare alla terza edizione della Conferenza Med – Mediterranean Dialogues in programma dal 30 novembre al 2 dicembre. Italia, Egitto, Giordania, Libano, Marocco e Tunisia firmeranno una dichiarazione per l’aumento delle borse di studio nel quadro del programma europeo Erasmus.
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della redazione
Roma, 27 novembre 2017, Nena News – Continua la normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto malgrado le autorità egiziane, oltre a dichiarazioni di circostanza e vaghe promesse di collaborazione, non abbiano ancora prodotto nulla di concreto per fare piena luce su mandanti ed esecutori del brutale assassinio dello studente universitario italiano Giulio Regeni. La visita dell’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, al presidente del parlamento egiziano, Ali Abdel Al, ufficialmente per ribadire “la vicinanza e cordoglio” del nostro Paese per la strage di venerdi scorso alla moschea di Rawda, si è trasformata in un’occasione per fare il punto sui rapporti tra Italia ed Egitto. Certo Cantini ha riaffermato l’aspettativa italiana di una piena cooperazione giudiziaria tra i due Paesi nel caso Regeni ma le due parti hanno subito convenuto che Italia ed Egitto hanno l’opportunità di proseguire e intensificare ulteriormente la cooperazione in molti altri settori.
E’ quasi surperfluo ricordare che sul tavolo ci sono importanti contratti – specialmente nel settore energetico – e altri si annunciano nei prossimi anni per la felicità delle grandi imprese italiane.
Sono perciò sempre più forti le spinte a far passare in secondo piano – o addirittura a concellare dall’agenda del governo Gentiloni – l’uccisione di Giulio Regeni, nel nome degli interessi economici e strategici del nostro Paese. Il massacro nel Sinai ha fornito ad alcuni esponenti politici italiani il pretesto per insistere sulla ripresa piena delle relazioni con il regime di Abdel Fattah al Sisi. “Il vero e proprio boicottaggio politico e parlamentare che è stato attuato in Italia verso l’Egitto va immediatamente sospeso”, ha esortato il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia. “È un Paese amico, sotto attacco terroristico da tempo ma che ha visto il voto contrario del Parlamento italiano alla fornitura di pezzi di ricambio per la proprio aeronautica. Questo blocco va immediatamente rivisto perché è un’assurdità in questo particolare momento storico”. Al Sisi e il suo popolo – afferma Gasparri – “hanno pagato un prezzo altissimo per essere da sempre in prima linea contro il terrorismo fondamentalista islamico. È inutile e auto distruttivo continuare a fare discorsi di propaganda demagogici e non fare atti concreti a sostegno degli egiziani”.
I “discorsi di propaganda demagogici” ai quali si riferisce Gasparri sono le proteste e lo sdegno della famiglia Regeni e di milioni di italiani per le torture mortali subite dal giovane studente universitario, ucciso quasi due anni fa al Cairo da “sconosciuti” che gli attivisti egiziani dei diritti umani identificano in agenti dei servizi di sicurezza. Poco importa alle autorità italiane che quanto subito da Giulio Regeni sia la norma in Egitto dove arresti arbitrari, violenze e condanne a lunghe pene detentive per i reati di opinione colpiscono migliaia di egiziani ogni anno. Più importanti evidentemente sono le vendite di armi da parte delle industrie militari italiane.
Ieri il tribunale del Cairo ha condannato 14 persone accusate di essere omosessuali. Non essendoci un divieto specifico dell’omosessualità, le corti egiziane fanno riferimento a reati di “falsificazione” o di “incitamento alla depravazione”. Nena News
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