Droni, telecamere per le auto, percorsi obbligati e perquisizioni fisiche: il principale ingresso alla Città Vecchia, già ampiamente controllato da polizia e esercito, viene ancora di più militarizzato
della redazione
Roma, 23 giugno 2017, Nena News – Il più noto e frequentato ingresso alla Città Vecchia di Gerusalemme, luogo di incontro e di mercato, già trasformato dall’intervento israeliano che ne ha modificato l’accesso costruendo una scalinata che ha eliminato l’impatto immediato, la Porta di Damasco vive oggi un’ulteriore trasformazione.
Già ampiamente militarizzata, soprattutto nei periodi di festa ebraica e musulmana, e spesso chiusa come forma di punizione collettiva contro la comunità palestinese o come strumento per impedire l’ingresso in Città Vecchia durante celebrazioni israeliane, la Porta è stata oggetto delle ultime normative del governo israeliano: secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Channel 2, il primo ministro Netanyahu ha approvato una nuova “strategia di sicurezza” che ha quell’ingresso come principale bersaglio.
“Gli assassini si sono incontrati in questa porta da sempre – aveva già detto il premier in un evento recente a Bat Yam – Attaccando di volta in volta, E’ diventato un simbolo del terrore”.
Dopo un meeting con il capo della polizia Alsheikh e il ministro della pubblica sicurezza Erdan, è stata stabilita l’implementazione di un sistema di sorveglianza e di dispiegamento di militari ancora maggiore del passato, volto – dice Tel Aviv – a impedire attacchi con i coltelli e aggressioni da parte dei palestinesi, principali fruitori della porta che conduce al quartiere musulmano, divisione introdotta – anche questa – dopo l’occupazione.
La nuova strategia prevede punti di sorveglianza da terra e dall’altro (via droni), telecamere speciali per registrare i numeri delle targhe delle auto di passaggio in prossimità della porta e percorsi obbligati che impediscano a civili di avvicinarsi a poliziotti e soldati. Ai palestinesi sarà impedito l’utilizzo delle altre porte, così da passare solo per Damascus Gate dove si svolgeranno controlli fisici e perquisizioni. Le telecamere aumenteranno come stanno già aumentando in Cisgiordania: secondo il quotidiano israeliano Haaretz nell’ultimo anno Israele ha posto 1.700 nuove telecamere di sorveglianza in tutti i Territori Occupati, nelle strade e gli incroci, vicino le colonie, accanto ai checkpoint. Un controllo pervasivo e totalizzante.
La normativa arriva ad una settimana dall’uccisione di una poliziotta israeliana di fronte alla Porta di Damasco e la successiva uccisione di due dei tre aggressori armati di coltello. Una morte che ha permesso alle autorità israeliane di lanciare un’ampia campagna contro la popolazione palestinese della Città Santa e della Cisgiordania, con 350mila permessi di ingresso in Israele ritirati, case demolite, negozi e strade chiuse, coprifuoco che hanno colpito centinaia di migliaia di persone che nulla avevano a che fare con l’attacco. Nena News