Sale la tensione in Città. La polizia israeliana disperde i manifestanti palestinesi, ferendone diversi, mentre continuano le provocazioni dell’estrema destra ebraica che pretende l’accesso al luogo sacro. Intanto, nella zona Est della città un’automobile ha investito decine di persone, uccidendone una. Per Israele si è trattato di un attentato
AGGIORNAMENTO ORE 14.15 – La Giordania oggi ha richiamato il suo ambasciaore in Israele in protesta per le continue “volazioni” del sito sacro della Spianata. Nena News
della redazione
Roma, 5 novembre 2014, Nena News – Sempre alta la tensione a Gerusalemme, dove stamattina si sono verificati nuovi scontri tra israeliani e palestinesi sulla Spianata delle moschee. In seguito un gruppo di israeliani dell’ultra destra ha fatto ingresso nel luogo sacro, scortato dalle forze dell’ordine. Una provocazione che si ripete spesso di recente: gli ebrei ultraortodossi chiedono di potersi recare sulla Spianata per pregare, esacerbando così gli animi. Il luogo era stato chiuso prima dell’ingresso del gruppo di ebrei , per poi essere riaperto subito dopo. Intanto, nella zona Est della città un’automobile ha investito decine di persone e per Israele si è trattato di un attentato.
Secondo l’agenzia palestinese Ma’an, decine di soldati e poliziotti israeliani sono entrati sulla Spianata e hanno usato gas lacrimogeno e bombe stordenti per disperdere i palestinesi che, ha detto la polizia israeliana, “lanciavano sassi contro le forze dell’ordine”. Ci sono diversi feriti tra i palestinesi, tra cui due in maniera grave.
Gli scontri si sono subito allargati in altre zone della Città Vecchia e secondo la polizia israeliana, ci sarebbe stato un attentato con un’automobile nella parte Est di Gerusalemme: la vettura fuori controllo ha investito e ucciso un uomo e ferito circa dieci persone. Il conducente è stato ucciso dalla polizia.
L’ingresso dei palestinesi alla spianata è sottoposto a diverse restrizioni. È vietato agli uomini che hanno meno di 50 anni e le donne hanno l’obbligo di presentarsi con un documento di identità.
Gli scontri odierni sono scoppiati in un clima di tensione altissima a Gerusalemme, dove alle provocazioni degli ebrei dell’ultradestra si aggiunge la continua e illegale espansione degli insediamenti israeliani nelle aree palestinesi. Cinquecento nuove case per i coloni, che il negoziatore palestinese Saab Erakat ha definito uno “schiaffo in faccia” agli Stati Uniti, sponsor di un ritorno ai negoziati. “Il messaggio è chiaro”, ha detto Erakat, “Il governo Netanyahu preferisce le colonie ai negoziati”.
Dall’occupazione israeliana di Gerusalemme Est, nel 1967, i fedeli ebrei possono pregare nella zona del muro occidentale, ma non all’interno della Spianata. Giovedì scorso l’ingresso alla moschea di Al Aqsa è stato chiuso per la prima volta dal 1967. Nena News