Dirigenti del colosso energetico italiano ENI sono attesi a Tel Aviv nei prossimi giorni
della redazione
Gerusalemme, 28 ottobre 2015, Nena News - Il governo italiano spinge per avviare una stretta cooperazione con Israele (e anche con l’Egitto) nel settore dello sfruttamento dei giacimenti di gas naturale scoperti in questi ultimi anni nel Mediterraneo orientale. Nel riferire la notizia il quotidiano economico israeliano Globes annuncia che questa settimana i senior manager del colosso italiano dell’energia Eni arriveranno in Israele per presentare loro proposte. Incontreranno il ministro israeliano delle infrastrutture nazionali, energia e acqua Yuval Steinitz. Un altro giornale avranno un colloquio anche il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il primo atto di questa possibile stretta cooperazione è nato durante l’incontro che Netanyahu ha avuto a Firenze lo scorso 30 agosto con il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi, poche ore dopo l’annuncio da parte dell’Eni della scoperta davanti alle coste egiziane dell’enorme giacimento battezzato Zohr. Scoperta che ha gettato nello sconforto i vertici politici ed economici di Israele. Il gas egiziano infatti rende meno importanti i giacimenti israeliani scoperti qualche anno fa e, più di tutto, abbasserà il prezzo del gas e con esso i profitti teorizzati dalle compagnie israeliane e dal governo Netanyahu.
Renzi in sostanza ha lanciato un salvagente a Israele, nell’interesse naturalmente anche dell’Eni. L’idea è che Israele utilizzi l’impianto di liquefazione dell’Eni in Egitto per l’esportazione del gas. Sarà inoltre esaminata la possibilità di usare il gasdotto esistente tra Israele ed Egitto che attraversa il Sinai, fatto saltare in aria più volte da gruppi jihadisti islamici.
Secondo Globes è molto probabile che la collaborazione tra Eni, Israele ed Egitto vada avanti. In questo quadro si spiegherebbero, secondo il giornale israeliano, le pressioni di Netanyahu per rimuovere il ministro dell’economia Aryeh Deri, un religioso ortodosso leader del partito Shas, che negli ultimi mesi ha ostacolato non poco le soluzione del primo ministro per lo sfruttamento del gas israeliano. Deri potrebbe non appoggiare anche la proposta dell’Eni. Nena News
Israele voleva che il Tap proseguisse con un braccio laterale verso siria-israele-egitto ma oggi nessuno investe nell’area per farsi amazzare.Il gas dell’Egitto puo’ passare per la Libia ma c’è guerra ed allora si trasforma in gas liquido ad Alessandria e si porta da noi.Ma non è conveniente come prezzo.Oxford calcola che il gas del tap e poi Tanap costa dal 20% al 40% in piu’ del prezzo di mercato.Ora qualcuno che non sia Snam ed Eni,devi dire a Renzi che il gas importato per costi cari in Europa è fuori mercato.Difatti l’Eni si concentra solo su trivellazioni dove guadagna e vende le Divisioni dove perdeva perchèproduceva con fossile e gas,come chimica,rete gas che venderà e Saipem dove tutti aprivano la cassaforte prelevando soldi anche personali,Renzi si deve occupare di industria 4.0 e lasciare al suo destino un Eni che smagrisce e diverrà anoressico.Meglio aggregare le utilities italiane per arrivare a 100 miliardi di fatturato e poi esportare nel mondo tecnologie che oggi Eni non ha.Descalzi dice che copia Exxon,non è vero Exxon ha ottima chimica,rinnovabili e reuse CO2.Poi va a COP 21 con proposte serie sull’ambiente,non quella Eni di scalciare il carbone per metterci il gas che è caro in energia.