La rubrica settimanale di Nena News sull’Africa oggi prende in esame la crisi politica in cui è immerso lo Zimbabwe e gli ultimi sviluppi in Etiopia e Sierra Leone
di Federica Iezzi
Zimbabwe
La polizia antisommossa nella capitale dello Zimbabwe ha disperso con forza i sostenitori del principale partito di opposizione che si erano radunati pacificamente per partecipare ad un discorso del leader Nelson Chamisa. Centinaia di agenti di polizia hanno bloccato le strade che portano al quartier generale del Movement for Democratic Change ad Harare, ma i sostenitori hanno continuato a radunarsi per attendere Chamisa.
Funzionari del Movement for Democratic Change, accusano il presidente Emmerson Mnangagwa di aver adottato tattiche ancor più pesanti, rispetto al suo predecessore Robert Mugabe, per reprimere l’opposizione. La tensione politica è in aumento nello Zimbabwe, dove la popolazione è alle prese con una grave crisi economica, convive con interruzioni di corrente che durano fino a 18 ore al giorno, convive con carenza di valuta estera, carburante e medicine.
Il personale sanitario del settore pubblico continua uno sciopero ormai in atto da settembre, per mancanza di retribuzioni, che ha paralizzato gli ospedali governativi, unico rifugio per le cure dei poveri.
Etiopia
Gli abitanti della regione etiope di Sidama, nel sud del Paese, hanno votato per un referendum sulla possibilità di creare un nuovo stato regionale, secondo le linee etniche. Se il referendum avrà esito positivo come previsto, il Sidama controllerà tasse locali, istruzione, sicurezza e leggi in una nuova regione autonoma.
Complessivamente circa due milioni di persone si sono registrate per votare.
Il referendum di Sidama costituirà un grande test per il federalismo multinazionale dell’Etiopia. Il referendum sull’autonomia nasce dalla non accettazione di un sistema federale concepito per fornire un autogoverno etnico inclusivo in un Paese estremamente diversificato. La spinta all’autonomia della regione di Sidama, che risale a decenni fa, ha innescato giorni di scontri mortali lo scorso luglio tra attivisti e forze di sicurezza. I disordini hanno spinto il governo Abiy a porre le aree meridionali sotto il controllo della polizia federale.
Allo stato attuale, l’Etiopia è divisa in nove stati regionali semi-autonomi. Sulla scia del Sidama altri gruppi nel sud del Paese, che rappresentano circa il 4% degli oltre 100 milioni di abitanti in Etiopia, hanno lanciato pericolosi piani di autodeterminazione. La costituzione etiope ammette che il governo organizzi un referendum per qualsiasi gruppo etnico pronto a formare una nuova entità.
Sierra Leone
La Sierra Leone annuncia una nuova politica in materia di visti d’ingresso, che prevede il rilascio del visto all’arrivo nel Paese per tutti i cittadini africani e per cittadini selezionati di altri Paesi. Secondo una dichiarazione del ministero degli Affari interni, attraverso il Servizio immigrazione, il nuovo sistema garantirà con effetto immediato l’ingresso senza visto per i Paesi del blocco subregionale, ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale).
Dunque i cittadini all’interno dell’area ECOWAS beneficeranno del protocollo senza visti mentre i cittadini degli Stati membri dell’Unione Africana godranno del visto all’arrivo comprensivo di una tassa. Il governo Maada Bio ha affermato che la mossa è parte degli sforzi per promuovere il turismo e attrarre investimenti diretti esteri. Nena News
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