Ultimo appuntamento con lo speciale sul patrimonio culturale africano della nostra rubrica settimanale. Andiamo in Camerun a far visita a un mistero: incisioni rupestri, difficili da datare, che forse raccontano la cosmogenesi
di Federica Iezzi
Bidzar (Camerun), 25 agosto 2018, Nena News – Le incisioni rupestri di Bidzar furono scoperte dal ricercatore francese Buisson nel 1933. Sono state successivamente studiate anche da Jauze (1944), J.P. Nicholas (1951), E. Mveng (1965) e A. Marliac (1982).
Bidzar è un piccolo villaggio vicino a Guidar, situato sulla strada Maroua-Garoua nel nord del Camerun. Nella regione, ci sono circa 130 km di affioramento di marmo. Le incisioni sono distribuite senza alcun collegamento apparente sulle lastre di marmo. Sono state realizzate su marmo calcareo e roccia, ricca di cloriti di diverse sfumature dal verde al giallo, dal blu al rosa.
La tecnica della punteggiatura indiretta percussiva utilizzata dagli incisori è ricorrente. Predilette le superfici senza crepe o buchi. La presenza di enormi figure occupa l’intera pavimentazione in pietra. Tutte le incisioni sono state fatte con strumenti di ferro, visto che il primo strato di marmo risulta facilmente rimovibile dalla roccia. In un secondo momento invece sono stati aggiunti i dettagli delle figure interne.
L’ipotesi sul significato di queste opere preistoriche in generale ammette che si riferiscano alla rappresentazione di un mito, della storia della cosmogenesi. È valutabile solo l’attenuazione chimica dei disegni su roccia, ma la datazione esatta dell’insieme Bidzar rimane ancora un mistero. Nena News
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