Da sempre motivo di tensioni economiche e di sicurezza, il confine è stato spesso chiuso a causa di dispute politiche. Gli effetti di queste scelte politiche hanno avuto un impatto negativo per le economie locali, soprattutto nella regione di Casamance
di Federica Iezzi
Roma, 3 agosto 2019, Nena News – Di tutti i confini artificiali stabiliti in Africa dalle potenze coloniali nel XIX secolo, uno dei più ridicoli è quello tra Senegal e Gambia. Geopoliticamente il Gambia, colonizzato dagli inglesi, è una sottile striscia di terra che corre sull’omonimo fiume, circondata sui tre lati dal Senegal. Su entrambi i lati, le persone condividono la stessa cultura e le stesse lingue locali, ma la scuola divide le popolazioni per la lingua d’istruzione, rispettivamente l’inglese per il Gambia e il francese per il Senegal.
Il confine tra i due Paesi è stato sempre motivo di tensioni economiche e di sicurezza. Chiuso già nel 2016 per una dura disputa tra i due governi. L’ex-presidente gambese Yahya Jammeh emise un decreto con il quale aumentava il dazio doganale applicato al traffico merci che attraversava il Paese, senza avvisare le autorità senegalesi. E poco è cambiato con il turbolento passaggio di consegna all’attuale presidente Adama Barrow.
Il Senegal affronta da anni un conflitto a bassa intensità con un movimento separatista interno nella regione di Casamance, il Mouvement des force démocratiques de Casamance (MFDC), nonché una persistente instabilità politica con la vicina Guinea-Bissau.
La chiusura delle frontiere e la lotta diplomatica continua tutt’oggi ad avere implicazioni economiche negative per entrambi i Paesi. Il Gambia è quasi interamente senza sbocco sul mare e quindi fa totale affidamento sul vicino Senegal, per i flussi commerciali terrestri. In molte occasioni le politiche e le scelte irrazionali del regime gambese hanno causato la fuga di migliaia di civili sulla sponda senegalese, secondo i dati dell’UNHCR.
Anche le seriate riaperture ufficiali del confine e le ispezioni da parte di delegazioni ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale), sono state motivo di disordini, soprattutto a carico dei trasportatori, i quali hanno pesantemente protestato contro l’aumento ingiustificato delle tariffe che stanno soffocando l’economia del Gambia.
Questo si ripercuote direttamente sull’aumento dei costi di trasporto all’interno del Senegal, in particolare nella problematica regione meridionale di confine di Casamance.
Di gran lunga il percorso più breve tra la regione di Casamance e la capitale Dakar, attraversa il Gambia ma con le continue chiusure del confine il viaggio di 420 km raddoppia.
Sul confine pattugliano forze di sicurezza congiunte che comprendono militari, Police Intervention Unit e guardiani del National Intelligence Agency.
La persistente instabilità cronica sconforta lo sviluppo economico nella Casamance, per agricoltura e turismo. Invece le attività illecite, come il traffico di droga e il disboscamento illegale, sono enormemente diffuse, nonostante i severi controlli da parte della polizia senegalese.
Nel tentativo di affrontare alcune delle cause profonde dei disordini in Casamance, il governo senegalese sta portando avanti importanti progetti infrastrutturali volti a migliorare i collegamenti della regione con il resto del Paese.
Tuttavia, qualsiasi miglioramento a lungo termine delle condizioni della regione dipenderà dal vicino Gambia. Le relazioni tra i due governi, mai state forti, sono peggiorate negli ultimi anni.
Il governo della Gambia è stato inoltre oggetto di critiche internazionali per le repressioni sui sostenitori di diritti politici e di diritti umani, che hanno aggravato le tensioni già esistenti tra i due governi. Nena News
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