Ritorniamo in Africa, con la rubrica settimanale, nei giorni dell’addio del presidente più longevo del mondo: Mugabe ha lasciato. Intanto in Algeria si vota alle amministrative e in Somalia alle presidenziali
di Federica Iezzi
Roma, 25 novembre 2017, Nena News –
Somalia
Muse Bihi Abdi del Peace, Unity and Development Party (Kulmiye), ha ottenuto il 55,1% dei voti, nelle ultime elezioni presidenziali in Somaliland, imponendosi su gli altri due candidati Faysal Ali Warabe, leader dell’opposizione del Justice and Development Party (UCID), e Abdirahman Mohamed Abdullahi del Waddani Party.
Il presidente eletto sostituirà Ahmed Mohamud Silaanyo, che non ha concorso per la rielezione dopo il suo primo mandato quinquennale, a causa di contestazioni legate alla cronica carenza di fondi e alle poche soluzioni messe in atto per la siccità che ha paralizzato l’economia somala. Oltre 700.000 persone hanno espresso il loro voto nei più di 1.600 seggi elettorali. L’affluenza complessiva alle urne è stata calcolata pari all’80%.
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Zimbabwe
Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ha presentato le sue dimissioni dopo quasi quattro decenni come leader del paese. Mugabe aveva sfidato le richieste di dimettersi dopo la presa del potere da parte dell’esercito guidato da Constantino Chiwenga e dopo l’espulsione dal suo partito di governo Unione Nazionale Africana di Zimbabwe – Fronte Patriottico (ZANU-PF), mentre il parlamento aveva avviato un procedimento per accusarlo.
Come leader ad interim dello Zimbabwe, in vista delle elezioni programmate per il prossimo anno, è stato nominato l’attuale vicepresidente Emmerson Mnangagwa, già designato come nuova guida dello ZANU-PF. Venerdì ha promesso al paese di essere “presidente di tutti i cittadini”.
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Nigeria
Martedì scorso almeno 50 persone sono state uccise in un attacco suicida durante la preghiere del mattino in una moschea nell’area di Unguwar Shuwa, nella città di Mubi, nel nord-est della Nigeria.
Attacco non ancora rinvendicato, sembrerebbe essere legato al gruppo jihadista sunnita nigeriano Boko Haram. L’attacco arriva il giorno dopo che il vice segretario di Stato americano, John Sullivan, durante una visita ufficiale in Nigeria, ha promesso 45 milioni di dollari di aiuti al governo Buhari, per migliorare le condizioni di vita nel nord del paese.
Boko Haram è responsabile di oltre 20.000 morti in Nigeria, dalla sua militanza quasi decennale, e dello spostamento forzato di milioni di persone nei Paesi limitrofi, Camerun, Ciad e Niger, supportando una vasta crisi umanitaria. Nei tre stati più colpiti di Borno, Adamawa e Yobe, quasi sette milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, più del 50% dei quali sono bambini.
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Algeria
Dopo le elezioni legislative dello scorso maggio, Algeria è tornata giovedì di nuovo alle urne, questa volta per la scelta dei nuovi leader locali. Più di 50 partiti politici hanno schierato i propri candidati alle elezioni per sindaci e membri del consiglio in 1.541 città e 48 assemblee locali.
La coalizione al governo del National Liberation Front (FNL) e del National Democratic Rally (RND), sembrano attualmente continuare a mantenere una solida maggioranza nelle assemblee locali. Con un’affluenza del 46%, secondo il ministero degli Interni, l’Fln si è attestato al 30.56% e il Rnd al 23.21%, sfondando così la soglia della maggioranza assoluta.
Le campagne elettorali sono passate quasi inosservate alla maggiorparte della popolazione, messe in ombra soprattutto dalla polemica legata alla concreta possibilità che l’attuale presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, opti per un quinto mandato nel 2019.
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Guinea Equatoriale
Con quasi il 100% dei consensi, ancora una volta il Democratic Party of Equatorial Guinea (PDGE), vince le elezioni legislative nel paese. Partito al potere per quasi 40 anni, continua a ricevere forti assensi dai 300.000 elettori. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Commissione elettorale nazionale, Clemente Engonga Nguema Onguene, il PDGE con i suoi 14 partiti alleati hanno ottenuto i 75 seggi al senato.
Alla camera dei deputati di Malabo è stato eletto un solo membro dell’opposizione, del Citizens’Party for Innovation, lasciando 99 seggi al partito al governo. Nena News
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