La denuncia dei residenti: Il Cairo sta costruendo una barriera alta 5,5 metri e lunga 30 km che separerà l’aeroporto dalle terre e dalla zona industriale. Già numerosi gli appezzamenti distrutti, quattro le comunità sfollate. Secondo alcuni il progetto rientra nelle misure per la sicurezza previste dall’Accordo del Secolo di Trump
della redazione
Roma, 11 luglio 2018, Nena News – La denuncia la lancia l’agenzia indipendente egiziana Mada Masr, visibile in inglese all’estero ma bloccata da oltre un anno in Egitto: le autorità del Cairo stanno costruendo un muro nel sud della città di Arish, capoluogo del Sinai del Nord, che divide la comunità dall’aeroporto. E divide i contadini dalle loro terre e dalle fattorie.
La costruzione è stata rapidissima: in un mese la barriera nord è stata completata, secondo quanto dichiarato da alcuni residenti all’agenzia. Il muro che dovrebbe estendersi per quasi 30 chilometri, corre nella parte sud di Arish e poi gira, a est, verso il villaggio di Tawil e la zona industriale. Difficile dire chi sia la società responsabile della costruzione: di certo i lavori sono supervisionati dall’esercito egiziano, che attraverso le compagnie che controlla gestisce moltissimi appalti pubblici. Ma a mettere in piedi il muro, alto 5,5 metri e largo mezzo metro, con filo spinato in cima, sarebbe una società non militate, la Orascom Construction.
Le conseguenze per la popolazione sono enormi: una volta completata la barriera dividerà la città dagli appezzamenti agricoli e le fattorie, primaria fonte di sostentamento per i residenti. A essere disconnessa dalla città sarà la zona di Wadi al-Arish, a sud, area per lo più agricola: negli ultimi mesi molti terreni sono stati già distrutti, oliveti devastati e i due villaggi di Salam e Habayen e delle comunità di Abu Manouna e Arab Belli sono stati svuotati dei loro abitanti.
Se, infine, il muro proseguirà oltre ad essere tagliata via sarà anche la zona industriale di Arish, in realtà semi deserta da metà 2017 dopo una serie di operazioni militari. Tra febbraio e marzo, riportano i residenti, le forze armate hanno chiuso tutte le strade che conducono alle fabbriche e alcune di queste sono state danneggiate dal lancio di missili, forse da parte islamista.
Secondo le fonti di Mada Masr, i lavori sono parte dell’ampliamento dell’aeroporto di Arish ma non solo. Sullo sfondo ci sarebbe il cosiddetto Accordo del Secolo, il piano dell’amministrazione Trump per “risolvere” la questione palestinese attraverso la normalizzazione dei rapporti tra Israele e una parte del mondo arabo. Il progetto, infatti, rientrerebbe nelle misure per la sicurezza che l’Egitto da anni assume nella Penisola del Sinai contro gruppi islamisti radicali e a Rafah, lungo il confine con Gaza, dove dal 2013 Il Cairo ha proceduto alla distruzione dei tunnel usati dai palestinesi della Striscia per fare entrare beni di prima necessità e cemento.
Il muro di Arish è sorto mentre l’esercito è impegnato nell’operazione Sinai 2018, iniziata nel gennaio 2018 e diretta ufficialmente a eliminare i gruppi islamisti che si sono radicati nel tempo nella Penisola, da cui organizzano e compiono attentati anche lungo la costa e le grandi città egiziane. Ma l’operazione si è risolta nell’assedio delle comunità locali, di 450mila persone, chiuse letteralmente dentro e quasi impossibilitate a uscire o a fare entrare beni e cibo. Internet è pressoché assente e i black out elettrici sono costanti. Nena News