Il progetto, frutto della collaborazione tra l’artista italiana Ilaria Lupo con il compositore svizzero Paed Conca e un un gruppo di giovani lavoratori immigrati srilankesi, interroga i limiti della partecipazione culturale in un contesto fortemente segnato dalle divisioni sociali come quello libanese
Roma, 7 novembre 2015, Nena News – L’11 novembre verrà presentato in anteprima al Beirut Art Center The overseas ensemble, un progetto di Ilaria Lupo, realizzato in collaborazione con Paed Conca, compositore e musicista sperimentale svizzero. L’artista italiana basata a Beirut persegue una ricerca contestuale, tramite performance e interventi pubblici multimediali. Il lavoro artistico tende a infiltrarsi in dinamiche sociali, questionando il suo statuto tra realtà e rappresentazione.
The overseas ensemble è infatti una collaborazione che Lupo ha attivato tra Conca e un gruppo di giovani lavoratori immigrati srilankesi, i quali praticano musica in una realtà come quella libanese che pone veti legali alle forme di espressione performativa, se provenienti da comunità migranti. Una situazione complessa, quella libanese, con la quale l’artista qui dialoga tramite la produzione di un album sperimentale, prodotto da Radio Beirut – piattaforma underground oltre che la prima radio online in Medioriente. E di underground è questione nel progetto, che interroga i limiti della partecipazione culturale in un contesto fortemente segnato dalle divisioni sociali. Entrano in gioco le rappresentazioni collettive cristallizzate, l’accesso limitato ai canali di espressione contemporanea, e il dialogo teso e invisibile tra mondi paralleli.
La ricerca musicale condotta da Conca con la band srilankese parte dallo sviluppo storico articolato del genere oggi più popolare in Sri Lanka, il baila. Baila è il nome portoghese di questa musica occidentale introdotta in epoca coloniale, già contaminato da ritmi asimmetrici africani, poi riappropriato come forma di rivendicazione identitaria dopo l’indipendenza. Figure quali Wally Bastainsz e M S Fernando sono gli autori di questa trasformazione che oggi continua il suo viaggio seguendo le ondate migratorie.
Nella periferia settentrionale di Beirut, si diffonde e evolve ulteriormente il baila, in circoli rigorosamente ‘underground‘. Musica contaminata, rubata, suonata in segreto nei sottosuoli in feste ‘esclusive’ (per non dire illegali) per la comunità straniera, che pur è forza lavoro numerosissima in Libano fin dagli anni ’80. Geografie liquide di diffusione ‘non ufficiale’ della cultura.
Conca e la band Sarigama hanno lavorato per tre mesi, nelle ore del dopo-lavoro, ripetendo nello studio che la band ha installato tre anni orsono nel sottosuolo di un supermercato asiatico. Ripetizioni notturne dopo l’orario di chiusura, che hanno dato vita all’album dal nome ‘L’ensemble d’oltremare’. Un complesso musicale inusitato, due batterie, chitarra elettrica, basso, piano e il clarinetto di Conca. Musica contaminata, decostruita, riarrangiata (‘kind of crazy’ a dire di Conca) a questionare o forse ironicamente provocare sulla nozione di appartenenza e multiculturalità.
La ricerca sulle origini di musiche folk non è nuova al musicista, dal 2006 parte del duo PRAED, fondato con il libanese Raed Yassin – che connette sonorità popolari arabe quali shaabi e mouled con free jazz, space jazz e psychedelic rock, basandosi sull’elemento ipnotico che le accomuna. La copertina dell’album, con la band sospesa in un universo di note psichedeliche, riflette il gap tra desiderio e realtà che accomuna i progetti di Lupo, dove l’ironia fa gioco, ma produce anche situazioni in qualche modo reali. The overseas ensemble sarà successivamente in tour nella scena musicale libanese e diffuso dalle radio locali, tra un pezzo di Fairuz e l’orchestra di Umm Kulthum. Nena News
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