Egitto, Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti per ora non impongono nuove misure punitive contro Doha, ma insistono a mantenere in vigore il blocco contro l’emirato. Lo scontro, intanto, si trasferisce anche al pellegrinaggio alla Mecca
della redazione
Roma, 31 luglio 2017, Nena News – Per il momento non ci saranno nuove misure punitive contro il Qatar come gran parte della stampa araba aveva previsto nei giorni scorsi. A deciderlo un po’ a sorpresa sono stati ieri Arabia Saudita, Bahrain, Emirati arabi uniti ed Egitto che dal 5 giugno scorso hanno interrotto i canali diplomatici e chiuso i confini con il piccolo emirato qatariota. Riuniti nella capitale bahrenita Manama, i quattro paesi hanno affermato che continueranno a mantenere in vigore le misure prese contro Doha dicendosi pronte a dialogare qualora il Qatar decidesse di modificare le sue politiche.
“Siamo aperti a discutere con il Qatar a condizione che quest’ultimo annuncia il suo sincero desiderio di interrompere il sostegno al terrorismo e di rispettare le 13 richieste che assicurano pace e stabilità alla regione e al mondo” ha sintetizzato in conferenza stampa il ministro degli esteri bahrenita Khalid bin Ahmed al-Khalifa.
Le 13 richieste – poste a inizio crisi da Riyadh, il Cairo, Abu Dhabi e Manama – impongono a Doha lo stop al “finanziamento del terrorismo”, la chiusura della rete panaraba al-Jazeera (che, secondo i 4 paesi, è utilizzata dall’emiro qatariota per promuovere le sue politiche), lo smantellamento della base militare turca presente nel Qatar, la limitazione dei contatti con l’Iran, l’espulsione di figure politiche islamiste presenti sul suo territorio, l’interruzione dei legami con gruppi islamici radicali (tra cui i Fratelli Musulmani che Arabia Saudita, Emirati arabi ed Egitto considerano “terroristi”), il pagamento di un non meglio precisato risarcimento per le vittime di atti di terrorismo collegati a Doha. Richieste che l’emirato ha prontamente respinto considerandole un vero e proprio affronto alla sua sovranità.
I quattro paesi arabi hanno però concesso ieri al Qatar di usare dei “corridoi aerei di emergenza” a partire dal 1 agosto. “Abbiamo identificato nove corridoi, incluso quello nello spazio aereo internazionale sopra il Mediterraneo che sarà monitorato dalle autorità egiziane” ha detto un ufficiale dell’aviazione di Riyad citato dall’agenzia statale saudita Spa.
Aperture che Doha bolla come “false informazioni”: oggi a Montreal (Canada) ufficiali qatarioti faranno pressioni sull’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO) per la fine del blocco aereo che dura da quasi due mesi.
Se non c’è stato dunque il previsto peggioramento della crisi, non si è voluto compiere nemmeno alcun passo in avanti per risolvere la questione. La situazione resta tesa: falliti i tentativi di mediazione del Kuwait, Usa e della Turchia, i quattro paesi boicottatori hanno aggiunto la scorsa settimana 18 nuovi nomi alla blacklist di gruppi e individui che hanno legami con il Qatar e sono accusati di terrorismo e di vicinanza ad al-Qa’eda.
La crisi del Golfo potrebbe avere conseguenze anche in vista del pellegrinaggio alla Mecca che inizia il 30 agosto. Ieri il ministro degli esteri saudita, Adel al-Jubeir, ha infatti accusato il Qatar “di politicizzare l’hajj”. “L’Arabia Saudita – ha poi rassicurato al-Jubeir – accoglie i pellegrini qatarioti così come quelli provenienti da ogni parte del mondo”.
Eppure sono state le stesse autorità saudite la scorsa settimana a dichiarare che l’accesso nel regno per i cittadini del Qatar sarà limitato soltanto a due aeroporti sauditi e potrà avvenire soltanto se si parte dallo scalo di Doha. Non solo: esacerbando lo scontro, l’Autorità dell’aviazione civile saudita (GACA) ha poi detto che i fedeli qatarioti saranno ammessi solo se non viaggeranno con la compagnia nazionale Qatar Airways. Decisioni, quelle di Riyadh, che hanno spinto la Commissione dei diritti umani nazionale del Qatar a denunciare all’Onu gli “ostacoli e difficoltà” che dovranno affrontare i suoi pellegrini in vista dell’hajj, uno dei cinque pilastri dell’ortoprassi islamica. Nena News