Human Rights Watch e Amnesty International hanno chiesto oggi a Parigi, Washington e Londra di interrompere l’esportazione di armamenti alla monarchia wahhabita perché responsabile della morte di centinaia di civili in Yemen
della redazione
Roma, 22 marzo 2016, Nena News – Stop alla vendita di armi all’Arabia Saudita. E’ questa la richiesta fatta oggi da Amnesty International (AI) e Human Rights Watch (HRW) ai governi americano, inglese e francese. Il motivo? Le centinaia di morti provocate dalla guerra che Riyad ha lanciato lo scorso anno in Yemen. Secondo i dati forniti dalle due organizzazioni umanitarie, sono più di 3.200 le vittime civili provocate dai raid della coalizione sunnita guidata dalla monarchia wahhabita. “I partner internazionali dell’Arabia Saudita hanno aggiunto benzina sul fuoco riempiendo la regione di armi, nonostante vi fossero già prove evidenti che queste facilitano l’esecuzione di crimini raccapriccianti” ha dichiarato James Lynch, vice direttore regionale della ong britannica Amnesty International.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’americana Hrw: “nel corso dell’anno, i governi che armano l’Arabia Saudita hanno rifiutato o hanno sottovalutato le prove evidenti che mostrano come i raid aerei della coalizione abbiano ucciso centinaia di innocenti”. “Continuando a vendere armi a chi è noto per aver fatto poco per fermare le sue violazioni, la Francia e il Regno Unito si fanno complici della morte illegittima dei civili” ha affermato Philippe Bolopion, il vice direttore della difesa mondiale dell’organizzione statunitense.
Secondo uno studio dell’Istituto internazionale di ricerca della pace di Stoccolma, Riyad è il primo importatore di armi al mondo e ha come principali fornitori proprio Londra e Washington.
Proprio gli Usa, per bocca del portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, hanno espresso recentemente “preoccupazione” perché il conflitto in Yemen “sta causando troppe vittime civili”. Accuse respinte dalla coalizione che ha negato di colpire deliberatamente la popolazione e ha affermato che a breve diminuirà le sue operazioni militari. La scorsa settimana il portavoce della coalizione sunnita, il Generale di brigata Ahmed al-Assiri, ha riferito all’Afp che sarà formata una commissione che indagherà sui civili uccisi in questo anno di conflitto. L’ultima mattanza compiuta dal blocco sunnita è avvenuta a inizio mese in un mercato nella parte settentrionale del Paese. Secondo l’Onu, nell’attacco sono morte 119 persone. Di queste, solo 3 erano armate.
Le organizzazioni umanitarie hanno accusato Riyad e alleati di aver compiuto “bombardamenti indiscriminati” anche grazie all’utilizzo delle bombe a grappolo (armi vietate a livello internazionale). Secondo Amnesty, da quando è iniziato il conflitto la coalizione sunnita ha compiuto 32 attacchi aerei “illegali” che hanno causato la morte di 361 persone. Di 36 “raid illeciti” e 550 vittime parla invece Human Rights Watch. Tra i “target”: scuole, case e ospedali. Nena News
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