I fedeli diretti a La Mecca si sono ritrovati in un gorgo umano a Mina, a circa 6 chilometri dalla città più santa per l’Islam. 717 al momento sono le persone morte, più di 800 i feriti. Un bilancio destinato a salire ancora
AGGIORNAMENTO ORE 16 Direzione della protezione civile saudita: “le vittime sono al momento a 717. 863 i feriti”
della redazione
Roma, 24 settembre 2015, Nena News - Centinaia di persone schiacciate nella folla che spingeva per passare, circa 310 morti e quasi 500 feriti: è il bilancio dell’ennesima strage avvenuta durante il hajj, il pellegrinaggio musulmano alla città santa de La Mecca, quando in prossimità della località di Mina, la fiumana diretta al luogo di nascita del profeta Maometto si è ritrovata in un gorgo umano che ha provocato panico e un fuggi fuggi generale rivelatosi fatale.
L’episodio sarebbe avvenuto nei pressi del ponte Jamarat, un grande ponte pedonale che bisogna attraversare per effettuare il rituale del lancio dei sassi contro tre muri di pietra – che rappresentano il diavolo – per espiare le proprie colpe. Le ricostruzioni dei fatti, raccontate da alcuni sopravvissuti ai media arabi, sono contrastanti: secondo alcuni, un gruppo di pellegrini si è improvvisamente fermato e questo ha scatenato le spinte della folla da dietro. Secondo altri testimoni, alcuni gruppi di persone erano seduti a terra quando sono stati travolti dagli altri pellegrini che volevano continuare il percorso.
L’emittente al-Jazeera riporta che l’incidente non è avvenuto nel luogo del lancio delle pietre, ma nella strada 204 che corre accanto alle 160 mila tende che ospitano i fedeli a Mina durante il pellegrinaggio. Secondo i reporter presenti sul luogo, sia durante che dopo la carica, le persone hanno continuato a dirigersi verso il sito designato per il rito del lancio delle pietre. Il bilancio provvisorio è di 310 morti e oltre 450 feriti, secondo le autorità saudite: numeri destinati a salire, secondo i media arabi, nonostante le 220 ambulanze e i 4 mila soccorsi immediatamente mobilitati.
Il pellegrinaggio di quest’anno, effettuato da 1,9 milioni di persone, è già stato al centro delle cronache per il crollo di una gru a La Mecca a causa dei forti venti all’inizio di questo mese. Centosette persone sono rimaste uccise e il dito è stato puntato contro la nota impresa di costruzioni Bin Laden, creatura multimilionaria del padre del più famoso Osama alla quale si deve la ricostruzione del ponte Jamarat nel 2006 dopo che quello originario, innalzato nel 1963, era crollato. Il gruppo ha negato però ogni responsabilità per l’accaduto e ha dichiarato che il cedimento della gru era semplicemente un “atto di Dio”.
Si tratta dell’ultima strage di un pellegrinaggio sempre più massiccio che si è coperto fin troppe volte di sangue. La più drammatica risale al 1990, quando 1426 persone morirono schiacciate dalla folla in un tunnel pedonale che li conduceva ai luoghi santi de La Mecca. Nel 2006, invece, 73 persone rimasero uccise dal crollo di un edificio di 8 piani usato come ostello per i pellegrini e, poche settimane dopo, oltre 360 pellegrini persero la vita schiacciati dalla folla nel luogo del lancio delle pietre. Altri incidenti mortali si sono verificati nel 2004, 2001 e 1994. Nena News