Tensione alta nel campo profughi di Far’a (Nablus). La vittima si chiamava Mohammed as-Salahi. Secondo gli israeliani avrebbe provato ad accoltellare i soldati. Per i palestinesi si tratta di una “esecuzione”
della redazione
Roma, 10 gennaio 2017, Nena News – Tensione alta nel campo profughi di Far’a (Nablus), nel nord della Cisgiordania. Nel corso di un raid effettuato stamane nel campo, i soldati di Tel Aviv hanno ucciso il 32enne palestinese Mohammed as-Salahi. Secondo gli israeliani, la vittima avrebbe provato ad accoltellare i militari nonostante questi avessero invitato il giovane a fermarsi. In una nota l’esercito fa sapere che “diversi altri palestinesi hanno lanciato esplosivi e hanno sparato alle forze armate israeliane senza però provocare feriti”.
Diversa è la versione dei palestinesi. Un membro del Partito del popolo, Khaled Mansour, ha riferito al quotidiano israeliano Haaretz che i soldati sono entrati nel campo per compiere degli arresti e hanno fatto irruzione nella casa di Salahi. Qui avrebbero sparato al giovane senza “nessuna ragione” al punto che Mansour definisce l’operato dell’esercito una vera e propria “esecuzione”. Il portale arabo Ma’an, citando sempre l’attivista palestinese, scrive che Salahi, colpito alla testa da 6 proiettili sparati a distanza ravvicinata da un ufficiale dell’intelligence israeliana, sarebbe morto dopo una breve agonia. Il suo corpo è stato trasferito all’ospedale della cittadina di Tubas. In passato la vittima era stata detenuta per 3 anni in un carcere israeliano. Nel corso del raid, l’esercito ha arrestato tre palestinesi.
L’uccisione di stamane giunge a due giorni dall’attentato di Gerusalemme in cui hanno perso la vita 4 soldati israeliani. Nena News