Ieri cinque palestinesi sono stati uccisi dalle forze armate israeliane dopo tentati attacchi, dice l’esercito. Nella Striscia riapre il valico con l’Egitto, entrano 24 camion di cemento
di Rosa Schiano
Roma, 15 febbraio 2016, Nena News – È stata una domenica insanguinata quella di ieri che ha visto la morte di cinque palestinesi uccisi dalle truppe israeliane ed una giovane donna gravemente ferita.
Al mattino, due minori palestinesi di quindici anni sono stati uccisi vicino il villaggio di al-Araqa, ad ovest di Jenin, presso l’insediamento coloniale di Hinanit. I soldati sarebbero arrivati nell’area dopo essere stati informati che i due giovani stavano lanciando pietre ai veicoli. All’arrivo dei militari, secondo la versione data da un portavoce ufficiale israeliano, uno dei due ragazzi avrebbe aperto il fuoco ed i soldati avrebbero risposto uccidendoli. I due quindicenni sono stati identificati come Nihad Raed Muhammad Waked e Fouad Marwan Khaled Waked. Un portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito all’agenzia Ma’an che le truppe israeliane avrebbero impedito loro di raggiungere il posto al fine di fornire cure mediche, ma l’esercito ha negato le accuse.
Qualche ora dopo, a Gerusalemme Est, un ragazzo palestinese di 17 anni è stato ucciso con un proiettile al collo dopo aver tentato di accoltellare un soldato al checkpoint di Mazmoria, nei pressi dell’insediamento coloniale di Har Homa. Il giovane, Ahmad Yousef Safi, era originario del villaggio di Al-Abidiya, situato ad est di Betlemme.
In serata, una giovane ventunenne palestinese è stata gravemente ferita dal fuoco dell’esercito. La polizia israeliana ha detto che la giovane, Yasmin Al-Tamimi, residente di Hebron, sarebbe giunta vicino la Tomba del Patriarca ed avrebbe tirato fuori un coltello tentando di accoltellare un ufficiale della polizia che poi le ha sparato. La giovane sarebbe stata trasferita allo Shaare Tzedek Medical Center di Gerusalemme in condizioni gravi. Un video pubblicato da Sheab Agency su Facebook mostra la giovane insanguinata distesa a terra mentre soldati israeliani impediscono a palestinesi di avvicinarsi alla vittima. Nello stesso video, ripreso poi da Haaretz, un ufficiale della polizia israeliana è stato ripreso nell’atto di spingere e capovolgere un palestinese in sedia a rotelle facendolo cadere. I soldati hanno allontanato i civili palestinesi puntando loro le armi e lanciando granate.
In tarda serata, due ragazzi palestinesi sono stati uccisi a Gerusalemme nei pressi della Porta di Damasco. La polizia israeliana ha riferito che i due avrebbero sparato contro agenti di pattuglia con armi automatiche. Nessun poliziotto israeliano è rimasto ferito. Uno dei due attentatori uccisi, Omar Mohammed Amro, sarebbe un ufficiale della polizia palestinese di Hebron. Il secondo palestinese è stato identificato come Mansour Yasser Shawamra. Media locali riferiscono che al mattino soldati e polizia israeliana avevano intensificato la loro presenza nell’area della Porta di Damasco e nelle strade che portano alla moschea al-Aqsa. Sono almeno 170 le vittime palestinesi dall’inizio di ottobre, mentre sono 27 gli israeliani uccisi ed uno statunitense.
Nel frattempo, nella Striscia di Gaza assediata la popolazione vive momenti di sollievo grazie all’apertura del valico di Rafah, aperto straordinariamente per tre giorni dalle autorità egiziane. Ieri sei autobus palestinesi e nove ambulanze hanno potuto lasciare la Striscia. È la prima apertura del valico nel 2016 dopo una chiusura di almeno due mesi: il valico era stato aperto l’ultima volta il 3 e 4 dicembre 2015 e molto raramente a partire dal giugno 2013, a seguito del colpo di stato egiziano che ha destituito l’ex presidente Morsi e portato al potere Al Sisi.
L’apertura del valico genera speranze nei palestinesi che desiderano un futuro migliore all’estero, lontano da guerre, disoccupazione e miseria. Media locali riferiscono che soltanto nella prima giornata 726 passeggeri palestinesi hanno lasciato Gaza. Si contano, al momento dell’apertura, oltre 25mila persone registrate per attraversare il valico, di queste 3.500 necessitano cure mediche.
L’Egitto avrebbe inoltre permesso l’entrata di 24 carichi di cemento necessario alla ricostruzione di Gaza. Hamas sta tentando di trovare un accordo con Fatah sulla gestione del valico. Le due parti si sono recentemente incontrate in Qatar al fine di implementare gli accordi di riconciliazione. La fine delle divisioni con relativo accordo tra le parti e l’implementazione del governo di unità nazionale potrebbe significare, tra le altre cose, una maggiore disponibilità a tenere aperto il valico da parte del governo del Cairo, che comunque fino a questo momento ha sottolineato la condizione che sia gestito dall’Autorità Palestinese. Nena News
Rosa Schiano è su Twitter: @rosa_schiano