Un totale di 3.825 studenti delle scuole primarie e secondarie hanno ripreso gli studi dopo le vacanze di Natale e Capodanno
di Federica Iezzi
Roma, 26 gennaio 2017, Nena News – Grazie al lavoro delle autorità municipali, sono state riparate in parte 17 scuole nei quartieri orientali di una Aleppo distrutta dai combattimenti degli ultimi quattro anni. E a breve apriranno di nuovo le porte di altre sei scuole nella stessa Aleppo Est.
Un totale di 3.825 studenti delle scuole primarie e secondarie hanno ripreso gli studi dopo le vacanze di Natale e Capodanno.
Secondo i piani di ricostruzione, almeno 50 scuole sarabbero da riparare nella parte orientale della città durante l’anno scolastico in corso, e circa 100 istituzioni educative riapriranno entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Per quattro anni i nuovi semestri sono iniziati nelle aule dei seminterrati della zona orientale della città, per appena il 6% dei bambini.
Secondo le stime delle Nazioni Unite una scuola pubblica su quattro, in tutto il Paese, è inutilizzabile a causa di danni o perchè impiegata come rifugio per gli sfollati interni.
Rannicchiati su stuoie nelle piccole aule, i bambini sfogliano libri di testo strappati e scrivono su lavagne rotte, spesso in scuole utilizzate per anni dai miliziani come basi. Scuole che prima contavano 500 studenti oggi sono senza sedie e banchi, con le finestre in frantumi, con detriti non ancora rimossi. Eppure il 70% dei bambini è tornato nelle aule ad ascoltare le lezioni dei propri insegnanti.
Grazie alla campagna di sensibilizzazione dell’UNICEF, nuovi banchi, sedie, scrivanie, armadi, riscaldatori e materiale scolastico sono stati distribuiti nelle scuole maggiomente colpite.
Oggi nella zona est di Aleppo si conta una popolazione di 65.345, secondo i calcoli delle agenzie umanitarie internazionali. I quartieri di Hanano, Tariq al-Bab e al-Qaser ospitano il maggior numero di rimpatriati, rispettivamente 16.500, 14.194 e 10.260 civili. Tuttavia, ad oggi, non è stata ancora effettuata alcuna valutazione strutturale degli edifici danneggiati, comprese le scuole, in questi quartieri.
Nonostante strade ancora piene di polvere e macerie, carenza di elettricità ed acqua, tornare a scuola per molti bambini significa incontrare amici ed insegnanti. Significa tornare alla normalità. Fino a un mese fa le voci dei bambini erano coperte dal rumore di aerei a bassa quota, da quello di mortai e armi da fuoco, oggi si sentono leggere ad alta voce, ripetere a memoria poesie, rispondere alle domande degli insegnanti.
A causa del danneggiamento degli edifici scolastici si lotta contro una generale mancanza di spazi di apprendimento. Mancano servizi igienico-sanitari e elettricità. La soluzione vagliata dal governo siriano per evitare il sovraffollamento delle aule è l’installazione di prefabbricati, come scuole.
Per 650 bambini rimasti lontani dalle scuole dal 2012, sono iniziati programmi di reinserimento nei piani didattici. Per gli studenti che hanno perso diversi anni di scuola, sono tornati disponibili programmi di apprendimento accelerati. 1.400 bambini hanno beneficiato di programmi di autoapprendimento messi a disposizione dalla Syrian Society for Social Development, nei quartieri di Hanano, Jibreen e as-Safira.
Almeno 9.800 bambini in età prescolare hanno beneficiato di attività di ‘edutainment’ in materia di istruzione non formale, nei quartieri di Jibreen e Hanano, gestiti da partner dell’UNICEF. Un totale di 4.500 bambini sono tornati in cinque scuole primarie dei quartieri di Hanano, Bayyada, Mayyasar, Shakhour e Hulluk. Nena News
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