Secondo l’agenzia statale Sana, un drone israeliano avrebbe colpito ieri sera la provincia di Quneitra, nel sud del Paese. Tel Aviv per ora non commenta. Secondo Damasco, intanto, sarebbero almeno 16 i civili uccisi nei bombardamenti Usa nell’area di Deir Ez-zor nell’assalto finale contro il “califfato” islamico
della redazione
Roma, 12 febbraio 2019, Nena News – Israele sarebbe tornato a colpire la Siria ieri sera. A sostenerlo è un comunicato dell’esercito siriano secondo cui un drone israeliano avrebbe sparato 4 missili vicino ad un ospedale demolito e a un posto di osservazione militare nella provincia di Quneitra, al confine israelo-siriano. Il raid, affermano fonti militari, avrebbe prodotto solo danni materiali.
Un militare, citato dall’agenzia statale siriana Sana, ha fornito ulteriori dettagli: “il nemico israeliano”, ha affermato, avrebbe colpito anche diversi siti vicini ai villaggi situati nell’area demilitarizzata del 1974 del Golan occupato che Damasco, grazie anche al supporto russo, è riuscito a riconquistare lo scorso anno dopo aver sbaragliato i ribelli islamisti siriani attivi nella zona. Secondo i residenti, i raid di ieri sera sono avvenuti nell’area nota come “Triangolo della morte” che collega l’area rurale meridionale di Damasco con le province di Deraa e Quneitra. Una zona dove sono molto attivi gli uomini di Hezbollah legati a doppio filo all’Iran che proprio ieri ha festeggiato i 40 anni della “Rivoluzione islamica”.
Una coincidenza che, secondo alcuni commentatori, non è casuale: Tel Aviv avrebbe voluto mandare in questo modo un messaggio inequivocabile ai suoi nemici giurati sfruttando propria questa importante ricorrenza. Ma c’è un altro aspetto da sottolineare: la denuncia siriana di nuovi attacchi israeliani sul suo territorio giunge a pochi giorni di distanza dall’avvertimento russo a Tel Aviv di smettere di condurre raid in Siria. Intervistato venerdì dall’agenzia russa Sputnik, Sergei Vershinin, vice ministro agli esteri di Mosca, era stato chiaro: “Questi attacchi arbitrari sul territorio sovrano siriano dovrebbero terminare ed essere evitati perché destabilizzano ancora di più la situazione. Nessuno dovrebbe condurre azioni che vanno al di là di obiettivi anti-terroristici”. Un monito importante soprattutto in vista dell’imminente vertice tra il premier israeliano e il presidente russo Putin fissato per il prossimo 21 febbraio a Mosca.
Per ora, tuttavia, non ci sono conferme o prove dell’attacco israeliano: né l’esercito di Tel Aviv, né il governo uscente di Netanyahu ha commentato infatti la notizia. Eppure recentemente l’atteggiamento mediatico di Tel Aviv sulla Siria sembrava essere cambiato: a gennaio ad esempio, quando l’aviazione israeliana colpì quello che definì un “deposito di armi iraniano”, l’attacco fu rivendicato dal premier Netanyahu in persona. Il leader di destra, in piena campagna elettorale per le legislative del 9 aprile, dichiarò allora che il suo Paese avrebbe aumentato la lotta contro le truppe filo-iraniane presenti in Siria in conseguenza del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria annunciato lo scorso dicembre dal presidente Usa Trump. A settembre poi un alto ufficiale militare israeliano ammise che Israele aveva compiuto negli ultimi due anni più di 200 raid contro “obiettivi iraniani”.
Ora da Damasco giunge una nuova accusa contro Israele che al momento non è stata rivendicata o può essere verificata. Quello però che appare certo è che ormai Hezbollah, da quando ha sconfitto i ribelli islamisti sostenuti da Washington e Paesi del Golfo, ha consolidato la sua presenza nel fronte sud siriano. Notizie preoccupanti per lo stato ebraico che ha compiuto centinaia di raid in Siria proprio per contrastare la presenza iraniana o di gruppi filo-iraniani nel Paese arabo.
La notizia di nuovi (presunti) attacchi israeliani giunge nelle ore in cui continuano i combattimenti delle Forze democratiche siriane (Fds) sostenute dagli Usa nella provincia di Deir ez-Zor (est del Paese) contro quel poco che rimane del fu autoproclamato “califfato” islamico. Secondo Sana, almeno 16 persone (tra cui 7 bambini) sono stati uccisi in un raid aereo della coalizione americana. Il bombardamento, afferma l’agenzia statale siriana citando fonti locali, avrebbe colpito un’area residenziale nella zona periferica di al-Baghuz, città situata nella valle del fiume Eufrate vicina al confine iracheno e a 128 chilometri da Deir ez-Zor. Nena News