Quasi tutti sarebbero dipendenti della fabbrica Badiyah dove nei giorni scorsi le forze governative hanno preso di mira postazioni degli uomini del Califfato. Intanto 47 donne di Daraya sotto assedio scrivono al mondo per denunciare che i loro figli rischiano di morire di fame
della redazione
Roma, 7 aprile 2016, Nena News – Circa 250 civili siriani potrebbero esseri stati sequestrati da jihadisti dello Stato islamico che hanno attaccato una fabbrica di cemento a Est di Damasco, riferisce oggi il sito d’informazione Middle East Eye. “Abbiamo perso i contatti con i nostri familiari da mezzogiorno di lunedì dopo un attacco da parte Daesh (Stato Islamico)”, ha denunciato un abitante di Dmeir, a 50 chilometri da Damasco. Quasi tutti i (presunti) sequestrati sarebbero dipendenti della fabbrica Badiyah, poco fuori Dmeir dove nei giorni scorsi le forze governative hanno preso di mira postazioni degli uomini del Califfato all’interno della città.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra e vicino all’opposizione siriana, 18 civili sarebbero rimasi uccisi nei bombardamenti della città da parte dell’esercito governativo.
Una fonte della sicurezza siriana ha detto alla agenzia francese Afp che i jihadisti avevano tentato anche di prendere il controllo della base aerea Dmeir e centrale elettrica ma sono stati respinti delle truppe governative.
Intanto 47 donne di Daraya, un’altra cittadina non lontana da Damasco che da tre anni sarebbe totalmente circondata dall’Esercito, hanno inviato una lettera-appello alla comunità internazionale in cui denunciano che i loro figli rischiano di morire di fame e di stenti per mancanza di cibo e medicinali. Daraya non sarebbe mai stata raggiunta dagli aiuti delle Nazioni Unite a causa dell’assedio.
Sono circa mezzo milione i siriani costretti a vivere sotto assedio delle forze governative o di quelle legate allo Stato islamico e delle formazioni islamiste che combattono contro Damasco. Il cessate il fuoco entrato in vigore nelle scorse settimane sembrava aver aperto la strada ai rifornimenti più puntali di generi di prima necessità per le popolazioni delle città circondate. Negli ultimi giorni invece le aperture sarebbero state revocate e le agenzie umanitarie denunciano di aver potuto consegnare solo una quantità limitata del cibo e dei farmaci destinati ai centri assediati. Nena News