Motivo ufficiale sarebbe la necessità che il vice presidente Usa resti a Washington per il voto in Senato sulla riforma fiscale ma è opinione diffusa che Pence abbia deciso di rinviare di qualche giorno la partenza a causa delle tensioni scaturite dopo la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme di Israele
AGGIORNAMENTI
ORE 15.30 Anche oggi decine di palestinesi feriti in scontri con i soldati israeliani
Circa 70 palestinesi sono rimasti oggi feriti negli scontri con l’esercito israeliano a Burin, Nablus, Tulkarem e Bet El. La maggior parte dei feriti sarebbero proprio a Tulkarem: 41 riporta la Mezzaluna Rossa, tra intossicati dai gas lacrimogeni e colpiti da proiettili di gomma. Dal giorno dell’annuncio di Trump su Gerusalemme, i palestinesi arrestati in città sono stati 77, di cui 37 nelle ultime 48 ore. Militari israeliani hanno anche fatto irruzione in due università palestinesi, quella di Al-Quds nel sobborgo di Abu Dis (Gerusalemme) e quella a Bir Zeit.
ORE 14 HAMAS: “Marceremo a Gerusalemme con milioni di martiri”
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, parlando durante una grande manifestazione che ha celebrato il trentesimo anniversario della nascita del movimento islamico palestinese, ha detto “Le nostre vite, il nostro sangue, le nostre famiglie e le nostre case saranno tutti sacrificati per Gerusalemme”. Il capo dell’ufficio politico di Hamas ha poi assicurato che “il popolo palestinese abbatterà la decisione di Trump”. Rivolgendosi al presidente Abu Mazen, Haniyeh ha confermato l’impegno di Hamas per la riconciliazione nazionale palestinee disegnando una road map in tre punti: 1) realizzare una riconciliazione autentica e su basi di reciproco 2) costruzione di una forte alleanza a livello arabo e islamico, 3) continuare la terza Intifada dochiarata dopo l’annuncio di Trump su Gerusalemme.
ORE 12.15 Tamir Idan: rispondere con forza a razzi da Gaza anche se questo conducesse ad un’escalation
Tamir Idan, presidente del Consiglio regionale del Negev, ha chiesto all’esercito di “rispondere anche se questo conducesse ad un’escalation” ai lanci di razzi da parte dei palestinesi. “Ci aspettiamo che lo Stato – ha spiegato Idan – risponda a piena forza contro il cosiddetto ‘stillicidio’. Le organizzazioni terroristiche devono capire che si paga un alto prezzo per il lancio dei razzi”.
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della redazione
Gerusalemme, 14 dicembre 2017, Nena News – Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, è stato costretto a rinviare di “alcuni giorni” la sua visita a Gerusalemme e in Egitto e non arriverà nella regione prima del 19 dicembre. Se non saranno annunciati ulteriori spostamenti in avanti delle date del suo viaggio.
La notizia viene rilanciata oggi con forza dai siti dei giornali palestinesi e israeliani. La visita avverrà “forse mercoledì”, ha riferito il portavoce del ministero degli esteri israeliano, Emmanuel Nahshon. Il motivo ufficiale del rinvio sarebbe alla discussione della riforma fiscale recentemente approvata dal Senato americano. Il passaggio al Senato della riforma è rischioso per l’Amministrazione Trump avendo i Repubblicani una maggioranza di appena 52 voti contro 48, ora di 51 perché è in forse il voto del senatore John McCain, ricoverato in ospedale. Circostanza che renderebbe necessaria la presenza di Pence, che voterà in caso di parità.
Tuttavia è opinione diffusa in Israele e Territori occupati palestinesi che Pence abbia deciso di non lasciare Washington a causa delle tensioni scaturite dopo la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme di Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen aveva già annullato il suo incontro con il vice presidente Usa, affermando che gli Stati Uniti non potranno più essere mediatori dell’eventuale negoziato con Israele. “L’America ha scelto di rinunciare al suo ruolo di mediatore e non è più all’altezza di partecipare al processo di pace, ha dimostrato la sua parzialità”, ha spiegato ieri il leader palestinese al vertice straordinario dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica a Istanbul.
Anche il custode delle chiavi della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Adib Jouda al Husseini, ha annunciato di non voler incontrare Pence. Sono stati cancellati anche gli incontri al Cairo con la Chiesa copta ortodossa e con lo sceicco di Al Azhar, Ahmed al Tayeb, la principale istituzione dell’Islam sunnita.
La visita di Pence a Gerusalemme e in Israele durerà due giorni e prevede un discorso al Parlamento israeliano, la Knesset, e tra le altre cose la visita al Muro del pianto. Quindi proseguirà in Egitto dove è previsto un incontro con il presidente Abdel Fatah al Sisi. Nena News