Parte la piattaforma di crownfunding per il progetto nella Valle del Giordano che mira a creare uno spazio per i palestinesi, grandi e piccoli, laboratori e workshop di educazione ambientale
di Patrizia Cecconi
Al Auja (Cisgiordania), 5 agosto 2016, Nena News – “Dal degrado alla bellezza. Costruire un’oasi per far rivivere una terra oggi abbandonata al degrado dopo aver perso la sua antica sorgente”. Questo il messaggio e il senso del progetto “Ibnatu Canaan, la figlia della terra di Canaan” che sta avviandosi in Al Auja nel governatorato di Gerico.
Il progetto è autofinanziato e per questo è stata lanciata una piattaforma di crowdfunding con lo scopo di iniziare ricreando un giardino dal deserto. Attenzione “ricreando”, perché fino al furto dell’acqua da parte della compagnia israeliana dell’acqua Mekorot per fornire gli insediamenti illegali, quella zona era molto più che un giardino, era il “paniere di frutta” della valle del Giordano.
Ma l’ambizioso obiettivo cui tende il progetto, attraverso la creazione di una piccola oasi laddove al momento esiste solo deserto e immondizia, è anche quello di mostrare come l’abbraccio tra uomo, natura e cultura possa trasformarsi in un percorso di resistenza al processo demolitorio dell’identità culturale e dei diritti universali del popolo palestinese che Israele porta avanti con raffinata e crudele determinazione da circa settant’anni.
Ibnatu Canaan sarà un’oasi ecologica e culturale: ecologica, in quanto “i figli verdi della natura palestinese troveranno il loro spazio, avranno il loro nome e verranno fatti conoscere nelle loro proprietà a partire dal primo albero, il carrubo già piantato e dedicato al piccolo Fares Odeh…” fermato da una pallottola a soli 13 anni. Culturale in quanto al suo interno si svilupperanno laboratori artistici e storici che spazieranno dalle tecniche musive agli affreschi murali, dalla musica tradizionale alla storia della Palestina.
Altri laboratori finalizzati all’educazione ambientale, attraverso i seminari sulle energie alternative tenuti da Sunshine4Palestine saranno destinati in modo particolare ai ragazzi del villaggio e dei villaggi vicini, mentre seminari di carattere antropologico e pratico legati agli usi e ai cibi tradizionali saranno destinati ai viaggiatori che verranno portati a conoscere la Valle del Giordano e in particolare le colline di Al Auja dove sono ancora visibili i resti di antichi acquedotti romani e di sepolcreti cananei di 5000 anni fa.
Il progetto parte con il lancio di un mini finanziamento realizzabile attraverso il sito www.eppela.com/it/projects/9651-ibnatu-canaan-un-oasi-per-cominciare e finalizzato all’acquisto di una cisterna la quale, come spiegano i progettisti, sarà il primo passo per mostrare che il percorso dal degrado alla bellezza è possibile, oltre che necessario, e che ha come traguardo il rispetto della vita e della dignità di ogni popolo. Quindi, per definizione, anche del popolo palestinese. Nena News