L’annuncio fatto ieri durante un meeting con i rappresentanti della Lega Araba. Contro un nuovo fallimento, come quello del dicembre 2014, la leadership pensa di avere dalla sua la situazione esplosiva nei territori occupati causata dall’occupazione. E il presidente del Parlamento Europeo accenna a una “confederazione israelo-palestinese”
della redazione
Roma, 26 ottobre 2015, Nena News - L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e la Lega Araba stanno preparando una nuova risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere il ritiro israeliano dai Territori palestinesi occupati. Lo ha annunciato ieri Saeb Erekat, segretario generale dell’Olp, in conferenza al Cairo con i membri della Lega araba, aggiungendo che verrà richiesta l’istituzione di una commissione di inchiesta per indagare sulla recente ondata di violenze che ha investito la Palestina e chiedendo alla Comunità internazionale “protezione contro le pratiche aggressive israeliane”.
La suddetta risoluzione riproporrebbe la richiesta, avanzata lo scorso dicembre e respinta dal Consiglio di Sicurezza, di fissare una scadenza di 12 mesi per raggiungere un accordo tra Tel Aviv e Ramallah sulla risoluzione del conflitto e per il ritiro completo di Israele da Gerusalemme est e dalla Cisgiordania entro una data limite. Secondo quanto rivelato da un funzionario palestinese al quotidiano Haaretz, ora le chance sarebbero maggiori rispetto al 2014, quando Usa e Australia votarono contro la risoluzione e altri 5 membri del Consiglio di Sicurezza si astennero, perché “la situazione della sicurezza favorisce la richiesta palestinese”.
“La leadership [palestinese, ndr] – avrebbe aggiunt0 la fonte – è consapevole del fatto che il problema principale è l’occupazione e le sue ripercussioni, e cercherà di utilizzare i recenti avvenimenti per esprimere in modo chiaro le proprie richieste alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale”. Difficilmente però ai palestinesi sarà concesso qualcosa in questo contesto, dal momento che sia gli Stati Uniti che altri membri della comunità internazionale si sono espressi più volte contro il “terrorismo” guardando solo alla parte palestinese, con la stampa internazionale spesso manchevole di riferimenti all’occupazione come maggiore contribuente dell’attuale situazione di violenza.
Una curiosa richiesta per gli standard UE è arrivata invece dal Parlamento europeo, quando il suo presidente, il tedesco Martin Schultz, ha parlato non tanto di soluzione a due stati, ma piuttosto di confederazione. Lo riporta il quotidiano israeliano Times of Israel, citando un discorso di Schultz fatto durante una conferenza a Dusseldorf: “La pace in Medio Oriente è possibile solo se la madre di tutti i conflitti, quello tra israeliani e palestinesi, verrà risolto e entrambi i popoli vivranno insieme in due stati o in una confederazione”. Il quotidiano israeliano si è interrogato sulla definizione della parola tedesca Staatenbund, tradotta come “confederazione”, che di solito significa una lega di stati in cui ognuno conferma la piena solidarietà e sulla sua possibile applicazione alla situazione israelo-palestinese.
L’idea di una confederazione, ma soprattutto quella di uno stato bi-nazionale, era già stata suggerita in precedenza, ma è sempre stata respinta da Israele perché significherebbe la fine di uno stato ebraico. Uno stato unico è invece preferibile, secondo gli ultimi sondaggi pubblicati dalla stampa locale, da buona parte della popolazione palestinese che non vede alcuna possibilità in uno stato sovrano indipendente costellato da colonie illegali e sempre più ridotto a un “bantustan”. Nonostante la linea ufficiale dell’Unione Europea sia quella della soluzione a due stati, voci come quella di Schultz testimoniano che non è l’unica esistente. Nena News