Il rapporto, pubblicato dalla “Fondazione per le vittime dell’Olocausto in Israele”, rivela anche che un quarto dei sopravvissuti allo sterminio nazista che risiede nello stato ebraico vive sotto la soglia della povertà.
della redazione
Roma, 14 aprile 2015, Nena News - Quasi la metà degli israeliani ritiene che una nuova Shoah sia possibile. A rivelarlo è un rapporto della “Fondazione per le vittime dell’Olocausto in Israele” pubblicato ieri a tre giorni dalla “Commemorazione dell’Olocausto” che si celebrerà quest’anno nello stato ebraico il 16 aprile. Alla domanda se un nuovo sterminio degli ebrei sia possibile, il 46% degli israeliani ha risposto di sì (5 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso). Fra i sopravvissuti al genocidio nazista e tra i loro figli e nipoti, il numero sale leggermente (47%).
Secondo la Lega antidiffamazione (Adl) – ong internazionale ebraica che si propone di “fermare, per mezzo di appelli alla ragione ed alla coscienza e, se necessario, rivolgendosi alla legge, la diffamazione nei confronti degli ebrei” - nel 2014 sono stati 912 gli attacchi antisemiti nel mondo, un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. Tra gli episodi più gravi, sottolinea Adl, vi sono poi l’attacco al supermercato kosher di Parigi del 9 gennaio e la sparatoria del 14 febbraio alla sinagoga di Copenhagen avvenuti quest’anno.
Altro aspetto che emerge dal rapporto della Fondazione è che sono 45.000 (sui 189.000 complessivi) i sopravvissuti all’Olocausto che risiedono in Israele a vivere sotto la soglia della povertà. I figli e i nipoti degli scampati alla Shoah hanno dichiarato che un terzo di loro ha dovuto tagliare sui farmaci a causa della loro grave situazione finanziaria. Un aumento, sottolinea il documento, del 17% rispetto all’anno scorso. Il 30% degli intervistati appartenenti alla seconda e terza generazione ha inoltre aggiunto che ha dovuto ridurre le spese alimentari sempre per preoccupazioni economiche (il 19% in più rispetto al 2013). Le ristrettezze finanziarie preoccupano due su tre dei sopravvissuti all’Olocausto (il 67%) che dichiarano di essere molto “preoccupati” per il futuro (un più 7% rispetto al 2014).
Dati che sottolineano nuovamente la retorica di Tel Aviv sulla Shoah: se da un lato sono continui gli allarmi lanciati da governo, dai media mainstream e dai principali esponenti dell’opposizione per l'”imminente Shoah” ordita dai nemici (soprattutto gli sciiti iraniani) pronti ad “annientare lo stato ebraico”, dall’altro, nei fatti, Israele fa ben poco dal punto di vista sociale ed economico per “dare riparo” a chi è sopravvissuto all’immane carneficina nazista. Nena News