Si terrà tra una decina di giorni l’incontro tra il presidente israeliano, quello dell’Autorità nazionale palestinese e Bergoglio, ma non si tratta di un tenantivo di rilancio del dialogo. Netanyahu escluso, pensa all’elezione del nuovo capo di Stato
della redazione
Roma, 30 maggio 2014, Nena News – Stabilita la data della “preghiera per la pace” tra papa Francesco, il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas. Si terrà nel pomeriggio di domenica 8 giugno, due giorni prima dell’elezione del nuovo presidente che prenderà il posto di Peres.
Il papa aveva invitato in Vaticano i due presidenti durante i tre giorni di visita in Terra Santa, precisando che la sua non è un’iniziativa volta a riavviare i negoziati naufragati settimane fa, ma soltanto un tentativo di far incontrare le parti per pregare insieme per la pace. “Costruire la pace è difficile, ma vivere senza la pace è un costante tormento”, aveva detto Francesco parlando da Betlemme.
La prospettiva di una ripresa del dialogo tra palestinesi e israeliani è molto debole e l’iniziativa papale non inciderà, anzi è stata accolta con freddezza in Israele, anche perché non coinvolge il premier Benjamin Netanyahu che non gradisce le aperture dei politici israeliani nei confronti di Abbas. A metà mese il primo ministro aveva rimproverato con forza la ministra Tzipi Livni, rea di aver avuto un colloquio con il presidente dell’Anp a Londra, violando la decisione presa a fine aprile dal governo di Tel Aviv di interrompere i contatti con Abbas in risposta all’accordo di riconciliazione palestinese tra Fatah e il movimento islamico Hamas.
Di certo Netanyahu non vuole sorprese e alcuni hanno attribuito il ritardo nel stabilire la data della “preghiera per la pace” in Vaticano a un tentativo del premier di conoscere e definire in anticipo cosa Peres dichiarerà a Roma, anche se il novantenne premio Nobel per la Pace nel 1994 ha un ruolo cerimoniale più che politico. Nena News