Jacob Perry, ministro israeliano della Scienza, ha ventilato la possibilità di fermare il rilascio dei detenuti politici palestinesi se Abu Mazen rifiutasse di prolungare i negoziati di un altro anno
dalla redazione
Roma, 13 marzo 2014, Nena News - Ha l’aria di un ricatto bell’e buono, l’annuncio fatto questa mattina da Jacob Perry, ministro israeliano della scienza e della tecnologia proveniente dalle file di Yesh Atid, il partito centrista di Yair Lapid. In un’intervista rilasciata al quotidiano Israel Hayom, disponibile a partire da domani, Perry ha dichiarato che Israele potrebbe bloccare il rilascio degli altri prigionieri palestinesi se Abu Mazen rifiutasse di estendere i negoziati di un altro anno.
A riportare le controverse dichiarazioni è stato il quotidiano israeliano Haaretz: secondo alcune indiscrezioni sull’intervista, infatti, Perry avrebbe dichiarato che nel caso in cui i negoziati arrivassero a un punto di rottura, ognuna delle parti potrebbe prendere decisioni unilaterali. “I Palestinesi, ad esempio, potrebbero perseguire la strada del riconoscimento alle Nazioni Unite, mentre Israele potrebbe cancellare il rilascio del quarto gruppo di prigionieri palestinesi”.
Le dichiarazioni di Perry, ex capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano, ndr), giungono inaspettate: mai annoverato tra i “falchi” dell’attuale governo, è addirittura un sostenitore di lungo corso del processo di pace. A riprova dei suoi sforzi, Haaretz cita alcuni episodi, come il suo attacco, nel novembre del 2013, al ministro della Casa Uri Ariel che aveva appena concesso i permessi per costruire migliaia di nuove unità abitative per coloni in Cisgiordania, accusando Ariel di “minare il processo di pace”. Un mese dopo, era stata la volta del ministro della Difesa Moshe Yaalon, attaccato da Perry per aver detto: “Non abbiamo un partner, da parte palestinese, per una soluzione a due stati”.
Ora Perry ha invece detto che il partner di Tel Aviv nei colloqui di pace è un partner “difficile”. E ha pensato di dare uno scossone al negoziato ormai morto ventilando l’ipotesi di uno stop al rilascio dei prigionieri, giunto ormai alla sua quarta mandata. Una questione, quella del rilascio dei prigionieri, che da tempo fa discutere, con Israele intento a spacciare le costruzioni di nuove unità abitative nei Territori occupati per corrispettivo della liberazione dei prigionieri politici palestinesi, nel quadro di un fantomatico “accordo” raggiunto con i negoziatori dell’Anp per il rilancio dei colloqui di pace. Un accordo che, viste le dimissioni puntualmente presentate da team negoziatore palestinese al presidente dell’Anp Abu Mazen a ogni nuovo annuncio di costruzioni, sembra un’invenzione israeliana. Nena News.