“Abbiamo un interesse rilevante nel preservare la forza dei curdi e delle altre minoranze in funzione anti-Iran”, ha detto ieri in Parlamento la viceministra degli esteri Tzipi Hotovely
della redazione
Gerusalemme, 7 novembre 2019, Nena News – Israele ha offerto aiuti a più livelli ai curdi nel nord della Siria dopo il ritiro degli Stati Uniti dalla zona, ha rivelato ieri alla Knesset (Parlamento) la viceministra degli esteri israeliana Tzipi Hotovely, spiegando che lo Stato ebraico sta assistendo i curdi siriani poiché li vede come contrappeso all’influenza iraniana. Hotovely ha precisato che l’offerta di aiuto è stata accettata e che Israele sta aiutando i curdi nei contatti con gli Stati Uniti. La notizia è stata riferita dall’agenzia di stampa Reuters.
“Israele ha ricevuto richieste di assistenza, principalmente nel campo diplomatico e umanitario. Ci identifichiamo con la profonda angoscia dei curdi e li stiamo assistendo attraverso una serie di canali”, ha detto Hotovely.
La Reuters ha cercato senza successo di ottenere un commento alle affermazioni della viceministra degli esteri israeliana da parte di dirigenti curdi siriani.
Hotovely non ha fornito particolari sull’assistenza israeliana ai curdi. Ha però spiegato che durante il “dialogo con gli americani …(noi israeliani) affermiamo la nostra verità riguardo ai curdi …e siamo orgogliosi di prendere una posizione accanto al popolo curdo“.
“Israele – ha proseguito Hotevely – ha un interesse rilevante nel preservare la forza dei curdi e delle altre minoranze nell’area della Siria settentrionale come elementi moderati e filo-occidentali”. Il crollo dell’entità curda nella Siria settentrionale, ha detto la vice ministra, “è uno scenario negativo e pericoloso per quanto riguarda Israele. È assolutamente chiaro che un evento del genere provocherebbe un rafforzamento degli elementi ostili nell’area, guidati dall’Iran”.
Israele mantiene legami militari, di intelligence e commerciali con i curdi sin dagli anni ’60, in particolare con quelli in Iraq, che considera una sorta di cuscinetto opposto ai comuni nemici. Ha perciò accolto con disappunto il brusco ritiro di 1.000 militari statunitensi dalla Siria settentrionale all’inizio di ottobre, che ha rappresentato il via libera all’offensiva della Turchia nel nord della Siria contro i combattenti curdi.
In una rara espressione di dissenso pubblico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu il 10 ottobre ha criticato il passo indietro fatto dagli Stati uniti ed offerto aiuti al “nobile popolo curdo”.
Oggi il giornale online “The Times of Israel” a commento della notizia ricorda che il mese scorso un non meglio precisato “dirigente” delle Forze democratiche siriane – la milizia a guida curda che ha combattuto contro l’Isis con l’appoggio statunitense – ha invitato Israele ad agire contro l’incursione militare turca nella Siria settentrionale. Nena News