Passata la controversa legge che obbliga la comunità ebraica ultraortodossa a servire nell’esercito. Il 2 marzo erano scesi in piazza 300mila ultraortodossi per fermare il parlamento.
dalla redazione
Gerusalemme, 12 marzo 2014, Nena News – Oggi la Knesset – il parlamento israeliano – ha approvato la contestata legge che obbliga anche gli ebrei ultraortodossi a servire nell’esercito. Una decisione preceduta dall’ingente protesta della comunità ultraortodossa che all’inizio di marzo aveva manifestato per le strade di Gerusalemme contro la proposta diventata oggi legge.
Dopo la decisione dei partiti ultraortodossi di boicottare il voto, il risultato finale si è attestato sui 67 sì e un solo no da parte di un parlamentare di Casa Ebraica, partito nel suo complesso a favore della nuova legislazione specchio della forza interna dei partiti di centro, in primis Yesh Atid che aveva incentrato la propria campagna elettorale lo scorso anno proprio sulla comunità ultraortodossa, che finora si era garantita un particolare trattamento da parte dello Stato: sussidi statali e esenzione dell’obbligo di leva per coloro che sceglievano lo studio del Talmud e la preghiera come occupazione primaria.
Da oggi gli ultraortodossi potranno solo scegliere se vestire l’uniforme dell’esercito o svolgere il servizio civile. Chi rifiuterà il servizio militare rischia la prigione, una previsione che la comunità ultraortodossa ha duramente criticato affermando che si tratta di una punizione verso chi pratica la propria fede, “una guerra contro la religione”. Non solo critiche: all’inizio di marzo oltre 300mila ultraortodossi sono scesi per le strade di Gerusalemme in una manifestazione di massa per impedire l’approvazione del disegno di legge. Un evento senza precedenti, con la città bloccata dalla marcia e la preghiera comune di migliaia di ultraortodossi, contrari ad una legislazione che molti israeliani laici vedono invece come la fine di un’ingiustizia sociale.
Sulla graticola c’è il premier Netanyahu, da sempre stretto alleato delle componenti ultraortodossi. Il precedente governo guidato dal Likud si fondava sulla solida alleanza tra il partito del premier e i piccoli partiti ultraortodossi, accantonati alle ultime elezioni nel gennaio 2013 per la necessità di formare una coalizione più forte visto il crollo del tandem Likud-Beitenu. Una decisione di cui Netanyahu si è più volte pentito, a causa delle pressioni che gli giungono ora dai nuovi partiti membri della coalizione di governo, in particolare Casa Ebraica e Yesh Atid che non hanno mai nascosto l’intenzione di utilizzare il loro potere contrattuale all’interno dell’esecutivo. Nena News