Ieri il comune di Gerusalemme ha dato il via libera definitivo alla confisca di un palazzo palestinese nel quartiere per la creazione di una scuola religiosa ebraica. Ancora una volta a colpire è la legge dei Proprietari Assenti.
dalla redazione
Gerusalemme, 29 agosto 2014, Nena News – La colonizzazione di Gerusalemme prosegue a ritmi serrati. Mentre il mondo guarda a Gaza, le autorità israeliane continuano l’opera di occupazione e giudaizzazione della Città Santa. Ancora una volta target è il quartiere palestinese di Sheikh Jarrah, dal 1967 soggetto a confische di terre e di case palestinesi a favore di organizzazioni e famiglie di coloni israeliani.
Ieri il comune di Gerusalemme ha dato il via all’implementazione di un piano di costruzione di una yeshiva, una scuola religiosa ebraica, nel cuore del quartiere di Gerusalemme Est. Il piano, fanno sapere gli attivisti palestinesi di Sheikh Jarrah, era stato già approvato sei mesi fa. Ieri l’ok definitivo per l’apertura della scuola in un palazzo di nove piani e 10mila metri quadrati, tra la pompa di benzina Nasif e il centro medico al-Hayat. I palestinesi residenti nel palazzo saranno cacciati: l’ordine di evacuazione è già stato spiccato. Proteste dalla sinistra israeliana: Yosef Alalu, consigliere comunale palestinese, ha sottolineato come manchino 2mila classi nelle scuole arabe di Gerusalemme, ma il comune ha come solo obiettivo quello di incrementare servizi e spazi per gli studenti ebrei.
La terra su cui è costruito l’edificio era stata confiscata ufficialmente negli anni Ottanta secondo la legge degli Proprietari Assenti del 1950, uno dei più efficaci strumenti in mano israeliana per confiscare terre e proprietà palestinesi: la legge in questione prevede che tutte le proprietà di rifugiati, costretti con la forza ad abbandonare i propri villaggi e le proprie comunità dalle milizie sioniste nel 1948, perdono in automatico il diritto ad usufruire di terre e abitazioni che passano nelle mani del governo israeliano. Ciò significa che i palestinesi fuggiti in Cisgiordania, pur essendo considerati “presenti”, si sono visti confiscare le proprietà a Gerusalemme e in tutto l’attuale territorio israeliano.
Uno strumento che ha permesso negli anni alle autorità israeliane di appropriarsi di tutte le proprietà dei rifugiati palestinesi – durante la Nakba tre quarti della popolazione dell’epoca fu costretta all’esilio – e che è stato in particolar modo utilizzato a Gerusalemme. Da anni i residenti combattono contro gli ordini di confisca regolarmente emessi dalle autorità israeliane, trascinandosi dietro a procedimenti legali e appelli alla corte che hanno sempre avuto scarso effetto. Nel 2010 una sentenza della Corte Suprema israeliana ha stabilito che decine di case di Sheikh Jarrah appartengono a israeliani ebrei che sarebbero vissuti nel quartiere prima del 1948. Nena News