Non cessano le proteste dei palestinesi verso i piani israeliani di evacuazione nel quartiere di Sheikh Jarrah, nella parte orientale occupata della Città Santa
della redazione
Roma, 8 maggio 2021, Nena News – Più di 200 persone, per lo più palestinesi, sono rimaste ferite ieri sera fuori la Moschea di al-Aqsa, nella parte orientale occupata di Gerusalemme, durante gli scontri tra palestinesi e polizia israeliana. Decine di migliaia di fedeli palestinesi si erano recati già ore prima nei pressi del terzo sito sacro all’Islam per partecipare all’ultimo venerdì di Ramadan ed erano rimasti nell’area per protestare contro il piano di evacuazioni di famiglie palestinesi messo a punto da Tel Aviv nel quartiere gerosolomitano di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est.
Da giorni i palestinesi denunciano gli sfratti a favore dei coloni: le loro proteste sono state represse dalle forze di sicurezza israeliane con gas lacrimogeni, pallottole di gomma, granate stordenti e lancio di cannoni ad acqua. Decine i palestinesi arrestati anche ieri. E mentre i palestinesi continuano a far sentire la loro voce in strada, aumentano le critiche a livello internazionale nei confronti d’Israele per la sua politica di espulsioni a Sheikh Jarrah.
Se l’Ufficio dei diritti dell’Onu ha ammonito che tali azioni potrebbero essere considerati “crimini di guerra”, il Qatar ha parlato di “attacchi ai fedeli, provocazioni per i sentimenti di milioni di musulmani nel mondo” nonché una “grave violazione dei diritti umani e degli accordi internazionali”. In un comunicato della presidenza turca, si legge invece che quanto sta avvenendo a Gerusalemme sono atti di “terrore” e Israele e chi tace di fronte a questi “attacchi disgraziati” dovrebbe vergognarsi. Dura è la posizione dell’Iran che, commentando quanto sta accendendo nella Città Santa, parla di crimini di guerra.
Molto più moderato l’approccio dell’Unione Europea che invita alla calma: “La violenza e l’istigazione alla violenza sono inaccettabili e chi li commette deve essere ritenuto responsabile”. Per Bruxelles, tuttavia, “lo status quo deve essere rispettato” sulla Spianata delle Moschee dove c’è al-Aqsa. Gli Usa, dal canto loro, dicono di essere “profondamente preoccupati” per quanto sta accadendo e criticano i passi unilaterali che portano solo ad esacerbare le tensioni e ad allontanare la pace. “Questi includerebbero gli sfratti, l’attività negli insediamenti e la demolizione di casa”. Il riferimento è a ciò che fa quotidianamente Israele nei Territori Occupati palestinesi. Tel Aviv, tuttavia, non viene mai nominata. Nena News