Si è irrigidita ulteriormente la posizione israeliana. Anche Hamas ribadisce le sue condizioni ma in casa palestinese ormai non si parla più ad una sola voce. Abu Mazen vuole accogliere la proposta egiziana di cessate il fuoco
AGGIORNAMENTI
ORE 17 Gaza: Abu Mazen in Qatar per incontrare leader Hamas Khaled Meshaal
Il presidente palestinese Abu Mazen è partito oggi per il Qatar per incontrare il leader politico di Hamas, Khaled Meshal. Il suo scopo è quello di persuadere Meshaal a dare il via libera alla proposta egiziana di cessate il fuoco che non convince il movimento islamico e non è stata accettata neppure da Israele. Abu Mazen andrà venerdì al Cairo per un incontro col presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
ORE 11 Oltre 2000 i palestinesi uccisi dall’offensiva israeliana “Margine Protettivo”
Il numero di palestinesi uccisi dall’inizio dell’offensiva “Margine Protettivo” contro Gaza ora supera i 2.000, secondo i calcoli fatta dall’agenzia di stampa al-Ray. I morti accertati sono 2.016, mentre i feriti sono stimati in 10.193. La maggior parte degli uccisi – sottolinea l’agenzia – sono bambini, donne e anziani. Altre fonti, come le Nazioni Unite, riferiscono un bilancio leggermente inferiore. Israele da parte sua afferma che circa la metà dei morti palestinesi sarebbero combattenti di Hamas e di altre formazioni armate. Una versione seccamente smentita dai palestinesi.
ORE 9.30 Conferenza donatori dopo tregua duratura
Il governo norvegese ha annunciato che i paesi donatori si riuniranno al Cairo per finanziare la ricostruzione di Gaza quando sarà raggiunto un cessate il fuoco duraturo tra Israele e i palestinesi. I fondi raccolti saranno versati al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu
Mazen, ha precisato Boerge Brende, il ministro degli esteri norvegese, che presiede il comitato di coordinamento degli aiuti internazionali.
———————————————————————————————————————————————————————– redazione
Gerusalemme, 18 agosto 2014, Nena News – A mezzanotte termina la tregua di cinque giorni e nessuno – ne’ i dirigenti israeliani ne’ i palestinesi – sanno dire se subito dopo a Gaza riprenderanno i bombardamenti israeliani e i lanci di razzi o se un nuovo cessate il fuoco consentirà la continuazione delle trattative al Cairo. Al momento il governo del premier Netanyahu e il movimento islamico Hamas sembrano escludere la possibilità di un accordo sulla base dell’ultima proposta presentata alle parti dall’Egitto.
Ieri Netanyahu ha avvertito che Hamas ”non può sperare di compensare una sconfitta militare con un successo politico”. E ha ribadito che il suo governo respingerà ogni proposta che non tenga nel dovuto conto gli interessi di sicurezza di Israele, in evidente riferimento alla richiesta israeliana del “disarmo completo di Gaza”.
Immediata la replica del portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, che ha negato “l’indebolimento” del movimento islamico e ha previsto nuovi combattimenti, questa volta ad Ashqelon, ossia in territorio israeliano. Un alto dirigente di Hamas, Musa Abu Marzouq, ha detto che l’irrigidimento di Israele riporta tutto il negoziato “al punto di partenza”. Abu Marzouq ha escluso un ulteriore prolungamento della tregua alla mezzanotte.
Da Gerusalemme fanno sapere che l’esercito è pronto a sferrare un nuovo durissimo attacco. E’ già stato dato l’ordine di sospendere da oggi i collegamenti ferroviari tra Ashqelon e Sderot, vicino a Gaza, dove si attendono lanci di razzi palestinesi. Il ministro per le questioni strategiche Yuval Steinitz ha escluso categoricamente che Israele possa accogliere la richiesta di Hamas per la costruzione di un porto a Gaza che, a suo dire, diventerebbe un “duty-free per i missili iraniani”.
Presto andrà al Cairo il presidente palestinese Abu Mazen che esorta le parti di accettare la proposta egiziana. Il leader dell’Anp è il più interessato a un accordo immediato di cessate il fuoco, anche se saranno accolte ben poche delle richieste presentate dai palestinesi. Il piano egiziano prevede che siano proprio le sue forze a prendere il controllo dei valichi (sul versante palestinese) con Israele e l’Egitto, e a monitorare l’ingresso e la distribuzione degli aiuti alla popolazione e dei materiali necessari per la ricostruzione.
Al momento la prospettiva più concreta è la ripresa della guerra di attrito tra Israele e Hamas vista nei giorni scorsi tra una tregua e l’altra. Nena News