Oggi in Cisgiordania si è tenuta la quinta edizione della Freedom Movement Palestine Marathon, 5.500 i partecipanti da tutto il mondo. Ma non da Gaza: anche quest’anno i corridori della Striscia non hanno ottenuto il permesso da Israele
foto di Michele Giorgio
Betlemme, 31 marzo 2017, Nena News – Stamattina si sono ritrovati in migliaia in piazza della Mangiatoia a Betlemme per mettersi a correre: per il quinto anno consecutivo è partita la Free Movement Palestine Marathon. In calzoncini e scarpe da ginnastica, al via, c’erano 5.500 persone, palestinesi e stranieri arrivati da tutto il mondo.
“La più grande maratona palestinese di sempre”, festeggia su Facebook il comitato organizzatore che nel 2013, il primo anno, accolse 700 corridori. Con un obiettivo che è lo stesso delle quattro precedenti edizioni: mettere a nudo la violazione della libertà di movimento nei Territori Occupati imposta dall’occupazione militare israeliana. Muro, checkpoint, divisione in aree amministrative, blocchi stradali e bypass road: una realtà composita che restringe gravemente le possibilità dei residenti palestinesi di muoversi e spostarsi, per andare a scuola o al lavoro o per il trasporto delle merci.
La più palese divisione è quella tra enclavi palestinesi, tra Gaza, Gerusalemme e Cisgiordania. E infatti anche quest’anno ai 43 atleti di Gaza registrati alla maratona Israele ha impedito di raggiungere Betlemme. Tra loro Nader al-Masri, “bannato” per il terzo anno consecutivo: l’atleta, campione palestinese di corsa, arriva dalla Striscia e non è mai riuscito a prendere parte alla maratona di Betlemme.
A mostrare al mondo le restrizioni subite è il percorso stesso della maratona: i 42 km si corrono tutti all’interno dell’Area A, quella sotto il controllo civile e militare dell’Autorità Nazionale Palestinese. Ma tanto spazio in Area A non c’è, rappresentando solo il 18% della Cisgiordania. E allora per svolgere una maratona è necessario ripetere il percorso all’interno dei confini della città di Betlemme. Nena News