Lo sostiene la procuratrice di Nanterre, Catherine Denis. Gli scienziati transalpini affermano che il polonio 210 trovato nella tomba del leader palestinese è di “natura ambientale”. Gli esperti svizzeri invece avevano avvalorato l’ipotesi dell’omicidio
della redazione
Roma, 17 marzo 2015, Nena News - Gli esperti francesi ne sono convinti: la morte del leader palestinese Yaser Arafat non è stata causata da avvelenamento. A ribadire all’AFP quanto già avevano sostenuto nel 2013 è stata ieri la procuratrice di Nanterre (sobborgo occidentale di Parigi), Catherine Denis. Secondo Denis, gli scienziati transalpini non hanno riscontrato alcuna irregolarità che abbia potuto causare nel novembre 2004 la morte di Yaser Arafat. “I medici francesi – afferma la procuratrice – sostengono che il polonio 210 trovato nella tomba di Arafat e nei campioni è di natura ambientale”. Inoltre, ha aggiunto, “il riesame dei vecchi dati registrati confuta l’ipotesi di una acuta indigestione di polonio 210 nei giorni che hanno preceduto la comparsa dei sintomi”. La diagnosi di Parigi, pertanto, resta simile a quella del team russo secondo cui non vi è stato alcun avvelenamento.
Mistero risolto? Assolutamente no. La posizione francese, infatti, non fuga ancora tutti i dubbi. Un centro specialistico svizzero nella città di Losanna, che ha verificato i campioni biologici presi dagli affetti personali di Arafat, continua a sostenere che sono stati registrati “livelli anomali di polonio” – una tossina estremamente tossica. La rete panaraba al-Jazeera, la prima a pubblicare i dati dello studio svizzero nel luglio del 2012, sostenne che da quanto era stato rilevato, il rais palestinese era stato avvelenato con materiale radioattivo. Tesi al momento mai confermata non solo dai francesi e russi, ma anche dagli stessi svizzeri che non parlano esplicitamente di avvelenamento causato da polonio.
Il polonio 210 è balzato alle cronache nel 2006 quando un ufficiale dell’intelligence russa, Alexander Litvinenko, fu assassinato a Londra da una massiccia dose di isotopo radioattivo. Due agenti russi furono ritenuti dalla polizia britannica responsabili dell’omicidio. Mosca, tuttavia, ha sempre negato la loro estradizione.
Arafat è morto a 75 anni l’11 novembre 2004 all’ospedale Percy de Clamart (vicino a Parigi) dove era stato trasferito alla fine di ottobre a causa di forti dolori allo stomaco. Secondo Christian Estripeau, portavoce dell’ospedale francese in cui è stato ricoverato, il leader palestinese è morto di insufficienza multipla degli organi. Ma le sue parole non hanno mai convinto la vedova di Arafat, Suha, che decise nel 2012 di aprire una inchiesta presso il tribunale di Nanterre sostenendo la tesi dell’assassinio di suo marito. Quell’anno la tomba a Ramallah di “Abu Ammar” fu aperta per qualche ora permettendo a tre team di ricercatori (francesi, svizzeri e russi) di prelevare 60 campioni biologici dalla sua salma. Secondo molti palestinesi ad avvelenare il loro leader è stato Israele con la complicità di alcuni uomini dell’Autorità palestinese. Nena News