Nella notte i soldati hanno trovato e ucciso Omar Abu Leila, il responsabile dell’attacco di domenica a Salfit e dell’uccisione di due israeliani. Nelle stesse ore a Nablus, alla Tomba di Giuseppe, due giovani palestinesi venivano colpiti a morte mentre mille coloni visitavano il sito religioso in territorio occupato
della redazione
Roma, 20 marzo 2019, Nena News – Notte di sangue nella Cisgiordania occupata: l’esercito israeliano ha ucciso tre palestinesi, tra Ramallah e Nablus. Tra gli uccisi il 19enne Omar Abu Leila, sospettato di aver accoltellato a morte un soldato, Gal Keidan di 19 anni, domenica nella cittadina di Az-Zawiya a una fermata dell’autobus e poi di aver sparato con il fucile rubato al militare e ucciso un rabbino colono, Ahiad Ettinger di 47 anni, nella colonia di Ariel.
Abu Leila, in fuga, è stato trovato dai soldati israeliani dentro una casa di Abwein, villaggio a nord di Ramallah. Ha aperto il fuoco sui militari, secondo quanto riportato dai servizi segreti interni, lo Shin Bet. Diversa la versione dei testimoni, i residenti palestinesi nella comunità: decine di soldati hanno circondato il villaggio e hanno compiuto un violento raid, tagliando le linee elettriche e usando potenti speaker per parlare con il fuggiasco. Dopo due ore hanno aperto il fuoco sulla casa. Subito nel villaggio sono scoppiati scontri e proteste da parte dei residenti: secondo la Mezzaluna Rossa l’esercito ha ferito nove persone, di cui due con pallottole, molti altri quelli soccorsi per inalazione di gas lacrimogeni.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Imemc, che pubblica una foto della lettera, Abu Leila ha lasciato un messaggio alla famiglia dove chiede di essere perdonato e dove indica i nomi di alcune persone che gli avevano prestato dei soldi, un totale di soli 50 shekel, meno di 10 euro, domandando ai familiari di ripagare il suo debito.
Già lunedì era intervenuto il premier israeliano Netanyahu che, come “risposta” alla morte dei due israeliani, aveva promesso la demolizione della casa di Abu Leila – in violazione del diritto internazionale, trattandosi di una punizione collettiva – e la costruzione di oltre 800 nuove case nella colonia di Ariel, che è già oggi la più grande della Cisgiordania.
Secondo l’esercito, i soldati hanno sparato perché dell’esplosivo sarebbe stato nascosto in un veicolo mentre fedeli ebraici pregavano alla Tomba di Giuseppe. Circa mille, ieri, accompagnati e protetti dall’esercito. Un sito da sempre ad alta tensione, rivendicato da Israele perché conterrebbe le spoglie del patriarca Giuseppe, uno dei 12 figli di Giacobbe, e sacro anche ai musulmani perché ospiterebbe il corpo del religioso islamico Sheikh Yusser Dweikat, morto due secoli fa. Questa mattina Nablus ha risposto alle due uccisioni con uno sciopero. Nena News