Mentre continuano le “ricerche” israeliane dei tre giovani ebrei scomparsi in Cisgiordania, procedono a ritmo costante gli arresti dei palestinesi: 471 dall’inizio dell’Operazione israeliana “Brother’s keeper”, 37 nella sola giornata di ieri. Intanto la Commissione Internazionale della Croce Rossa fa sapere che “il dottore che alimenta con la forza i prigionieri violerà le norme mediche etiche sia in Israele che all’estero e pertanto potrebbe essere arrestato”.
della redazione
Roma, 24 giugno 2014, Nena News – Samer al-Issawi, il prigioniero palestinese autore del più lungo sciopero della fame, è stato nuovamente arrestato dalle forze armate israeliane. Ieri le truppe di Tel Aviv sono entrate nel villaggio palestinese di al-Isawiyya (vicino Gerusalemme est) e, dopo essersi scontrate con la popolazione palestinese locale, hanno fatto irruzione nella casa di Samer e lo hanno “arrestato”.
Ma Samer non è stato l’unico palestinese a finire in carcere ieri. Israele ha, infatti, arrestato 37 palestinesi in Cisgiordania. Ispezioni casa per casa hanno avuto luogo a Nablus e nel campo profughi di Balata. Raid e confische di computer e telecamere di sicurezze sono avvenuti anche a Betlemme e a Hebron.
La dura repressione che sta mettendo in atto Tel Aviv è motivata ufficialmente con le ricerche dei tre ragazzi israeliani scomparsi 11 giorni fa. Dall’inizio dell’operazione israeliana “Brother’s keeper” i palestinesi “arrestati” sono 471 (11 sono parlamentari) e i raid israeliani contro case, istituzioni della società civile palestinese, università e i media sono più di 400 secondo quanto ha dichiarato l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Cinque sono i palestinesi morti.
Nel frattempo l’associazione palestinese di diritti umani e di sostegno ai prigionieri, Addameer, fa sapere di aver documentato finora 104 nuovi ordini di detenzione amministrativa. Numero che probabilmente aumenterà nei prossimi giorni in quanto le “operazioni di ricerca” israeliane continuano. “Dalla scomparsa dei coloni [i tre ragazzi ebrei, ndr] noi abbiamo subito una punizione collettiva, non solo in termini di arresti, ma anche con raid, uccisioni, ferimenti e così via” ha dichiarato Gavan Kelly, coordinatore internazionale di Addameer. Secondo Kelly Israele sta usando la sparizione dei tre giovani per annientare Hamas. Per l’associazione palestinese la tempistica dell’operazione militare israeliana a poche settimane dal governo di unità nazionale palestinese e a pochi mesi dalle elezioni palestinesi è molto sospetta. “Quando consideri tutto quello che sta accadendo, continuare ad affermare che gli arresti sono in relazione al rapimento non ha senso”.
Ad alzare la voce è anche la Commissione Internazionale della Croce Rossa. Ieri un suo funzionario, Raid Abu Rabbi, ha dichiarato che “ogni dottore che alimenta con la forza i prigionieri [palestinesi, ndr] violerà le norme mediche etiche sia in Israele che all’estero e pertanto potrebbe essere arrestato”. La legge sull’alimentazione forzata dei prigionieri palestinesi doveva essere approvata ieri. Tuttavia, il Ministero delle Finanze israeliano, Yair Lapid, ha minacciato di annullare la proposta e così si è preferito rimandare il voto alla prossima settimana. Nena News