Atene e Tel Aviv firmano per la realizzazione di un centro di addestramento nel Peloponneso da parte della Elbit Systems, fornito di dieci M-346 dell’italiana Leonardo. Una mega intesa che segue a mesi di collaborazione, sia nel turismo che nel settore energetico, anche in chiave anti-turca

Yair Kulas, capo del International Defense Cooperation Directorate dell’esercito israeliano, e l’omologo greco Theodoros Lagios firmano l’accordo di difesa (Fonte: Ministero greco della Difesa)
della redazione
Roma, 20 aprile 2021, Nena News – Il più grande accordo militare mai siglato tra Grecia e Israele: 1.65 miliardi di dollari per un centro di addestramento a favore dell’aeronautica di Atene, da stabilire nel Peloponneso e realizzato dalla compagnia israeliana Elbit Systems insieme al ministero della Difesa di Tel Aviv.
Ad annunciarlo è stato lo stesso ministero domenica, i dettagli li ha dati il Jerusalem Post: il Centro greco internazionale di addestramento al volo ospiterà dieci aerei addestratori M-346, prodotti da una compagnia italiana, la Leonardo (un affare da 1,35 miliardi di euro). La Elbit fornirà addestramento, supporto logistico e simulatori e ammodernerà i T6 già presenti nell’arsenale di Atene.
L’accordo, che avrà durata di 22 anni e che segue a un incontro, lo scorso venerdì, a Cipro tra Grecia, Israele, Emirati Arabi e Cipro, rafforzerà i legami politici ed economici tra i due paesi, hanno spiegato i firmatari annunciando anche un’esercitazione aerea congiunta, cominciata domenica. “Sono certo che (questo programma) migliorerà le capacità e rafforzerà le economie di Israele e Grecia e per questo la partnership tra i nostri due paesi diverrà più profonda sui piani della difesa, dell’economia e della politica”, ha spiegato Benny Gantz, ministro della Difesa israeliano.
Negli ultimi tempi i rapporti tra Grecia, Cipro e Israele si sono andati rafforzando, soprattutto in chiave anti-turca e a difesa dei rispettivi interessi economici ed energetici, messi in discussione dalle mosse del presidente Erdogan e la sua teoria nazionalistica della Patria Blu, ovvero il diritto – secondo Ankara – non solo a proteggere le acque territoriali turche ma ad ampliarne il raggio. Tra i progetti congiunti dei tre paesi c’è anche la realizzazione di un cavo sottomarino da 2mila megawatt e una conduttura di 1.900 km per trasportare gas. Misure a cui Ankara aveva reagito inviando navi di prospezione nell’Egeo.
Lo scorso 9 febbraio Grecia e Israele avevano firmato un altro accordo, stavolta nel settore turistico, per aprire i paesi all’ingresso dei rispettivi cittadini secondo un sistema di passaporti “verdi”. A presentare il piano salva-turismo in epoca di pandemia erano stati i due premier, il greco Mitsotakis e l’israeliano Netanyahu, sottolineando che l’apertura senza isolamento sarebbe stata applicata non solo ai turisti ma anche alle aziende, al commercio e alle istituzioni culturali.
In quell’occasione i due primi ministri avevano anche deciso di collaborare alla ricerca scientifica contro il Covid-19, in particolare allo sviluppo del farmaco israeliano Exo-Cd24, definito da Netanyahu “un trattamento miracoloso”. Atene aveva subito chiesto di prendere parte alle sperimentazioni. Nena News