Arrestata lo scorso 2 luglio la parlamentare del Fronte Popolare dovrà scontare, per ordine dei giudici militari israeliani, sei mesi di carcere “amministrativo”, ossia senza processo ed accuse formali
della redazione
Roma, 13 luglio 2017, Nena News – Accusata un po’ di tutto al momento dell’arresto, lo scorso 2 luglio, la parlamentare palestinese Khalida Jarrar, figura di spicco del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), dovrà scontare, per ordine dei giudici militari israeliani, sei mesi di carcere “amministrativo”, ossia senza processo ed accuse formali. Una decisione che, spiegano i palestinesi, conferma che contro Jarrar non c’è alcun capo di imputazione concreto e che il suo arresto ha esclusivamente motivazioni politiche, legate alle attività della parlamentare contro l’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi. Il 17 luglio si terrà una nuova udienza di conferma della decisione presa ieri dalla corte militare di Ofer.
Jarrar, 54 anni, capo della Commissione parlamentare dei prigionieri palestinesi e vice presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo Addameer che lotta per i diritti dei detenuti, era stata scarcerata nel giugno del 2016 dopo 14 mesi trascorsi in carcere. All’epoca i capi di accusa che pesavano su di lei erano ben 12, tra i quali l’aver svolto attività politica per il Fplp e aver “istigato” al sequestro di soldati israeliani. Tuttavia anche in quel caso queste accuse sfociarono in una detenzione amministrativa di sei mesi, poi rinnovata, e non in un processo. Molti palestinesi indicarono nella “vendetta” la reale motivazione dietro quell’arresto, poiché Jarrar aveva resistito all’ordine di deportazione da Ramallah, la sua città, a Gerico. Nello stesso periodo inoltre era entrata nella commissione palestinese che si occupa di preparare rapporti sulle violazioni israeliane destinati alla Corte Penale Internazionale.
Una portavoce dell’esercito israeliano ha detto dopo il nuovo arresto che Jarrar è stata arrestata perché sarebbe “tornata ad operare in una organizzazione terroristica come il Fplp”.
A inizio mese assieme a Jarrar erano stati detenuti anche Khitam Saafin, la presidente dell’Unione della commissione delle donne palestinesi e una decina di esponenti del Fplp, tra cui Ihab Massoud, scarcerato lo scorso 12 febbraio dopo 16 anni trascorsi in una prigione di Israele dove ha preso parte a più scioperi della fame dei detenuti politici palestinesi. «Questi attacchi non ci fermeranno – commenta il Fplp – continueremo la resistenza all’occupazione e a contrastare crimini e progetti che tentano di liquidare la causa palestinese». Il Fplp, il più importante dei partiti e dei movimenti della sinistra palestinese, aggiunge che questi arresti «evidenziano la futilità» della linea dell’Anp a sostegno dei negoziati e del coordinamento di sicurezza con Israele.
Jarrar non è l’unica deputata ad essere in carcere: sono 13 i parlamentari palestinesi in prigione in Israele di cui nove in detenzione amministrativa. Lo scorso 28 giugno era stato arrestato il parlamentare Mohammed Maher Badr, vicino ad Hamas. Issa Qaraqe, capo del comitato per i prigionieri politici, ricorda che dal 2002 Israele ha arrestato 70 deputati, pari a circa la metà del numero totale di membri del Clp, tra cui altre due donne, Majida Fida e Samira Halaika.
Samidoun, la rete di solidarietà con i detenuti, e le associazioni delle donne palestinesi rivolgono un appello alle organizzazioni internazionali affinchè siano fatte pressioni su Israele per ottenere la scarcercazione immediata di Jarrar, Saafin e di tutti i prigionieri politici. Nena News