Reuven Rivlin (Likud) sarà il decimo Presidente dello Stato ebraico. Ha sconfitto al secondo turno di votazioni il “centrista” Sheetrit di HaTnu’a.
AGGIORNAMENTO ORE 15:
Nella seconda votazione il candidato del Likud, Reuven Rivlin, è stato eletto Presidente d’Israele dopo aver ricevuto 63 preferenze. Il suo sfidante, Meir Sheetrit (HaTnu’a), si è fermato a 53 voti. Sarà il decimo Presidente dello Stato d’Israele ma subentrerà a Shimon Peres solo il 27 luglio quando terminerà ufficialmente il mandato settennale dell’attuale Capo di Stato.
Come era ampiamente previsto, nessuno dei cinque candidati era riuscito ad ottenere 61 voti nella prima votazione (la Knesset ha 120 seggi) necessari per vincere direttamente al primo turno. Rivlin aveva ottenuto 44 voti, seguito da Sheetrit con 31, Itzik (28) e Dorner (13). Malissimo il Premier Nobel Dan Schechtman che ha ricevuto solo un voto
della redazione
Roma, 10 giugno 2014, Nena News – La Knesset [il Parlamento israeliano, ndr] sta eleggendo in queste ore il decimo Presidente d’Israele. I parlamentari devono scegliere tra 5 candidati: Reuven Rivlin (Likud-Beitenu, partito del Premier Netanyahu), Meir Sheetrit (HaTnu’a), Dalia Itzik Presidente ad interim nel 2007 ed ex parlamentare con Kadima, Dalia Dorner ex giudice della Corte Suprema israeliana e il premio Nobel Dan Shechtman.
La prima fase di voto – iniziata alle 10 italiane – dovrebbe durare due ore e 45 minuti. Se nessuno dei candidati (come probabile) raggiungerà i 61 voti [la maggioranza essendo i seggi 120, ndr], sarà necessaria una seconda votazione (dopo una pausa di 30 minuti) in cui si sfideranno solo i due candidati che hanno ricevuto più preferenze durante la prima fase.
La corsa presidenziale appare aperta e molti parlamentari non hanno ancora deciso per quale candidato voteranno. Secondo gli analisti il favorito è Rivlin del Likud che ha incassato (almeno a parole) il sostegno di molti suoi colleghi. Tuttavia non dovrebbe farcela al primo round. Dorner, Itzik e Sheetrit sono considerati i suoi possibili avversari al secondo turno. Molto difficile sembra essere la vittoria di Shechtman che non gode di un forte sostegno all’interno della Knesset.
Ciononostante, essendo il voto segreto, ciascuno parlamentare può votare per una candidato diverso da quello che pubblicamente ha sostenuto. E non sarebbe una novità. Nel 2000, per esempio, era dato per favorito Shimon Peres, ma alla fine vinse Moshe Katzav.
Nel caso dovessero vincere Dorner, Itzik o Shechtman sarebbe una assoluta novità: nessun candidato che non appartiene alla Knesset è riuscito ad avere la meglio su un parlamentare.
Il premio Nobel Shechtman ha detto ieri che se non dovesse essere eletto presidente valuterà l’ipotesi di formare un partito centrista. Nonostante appaia il candidato con meno possibilità di vittoria, Shechtman si è mostrato sicuro ieri alla stampa quando ha rivelato che molti parlamentari appoggiano privatamente la sua candidatura.
Un sesto candidato, il laburista Ben Eliezer, si è ritirato all’ultimo momento quando la polizia ha aperto un caso contro di lui. La novità di queste elezioni è che, escluso il centrista HaTnu’a che sostiene compatto Sheetrit, nessuna coalizione o partito sostiene uno specifico candidato. Chi gareggia gode del sostegno di vari partiti e questo, pertanto, rende la competizione aperta.
Il partito ultraortodosso sefardita Shas ha annunciato ieri che lascerà libertà di scelta ai suoi parlamentari. Così pure sembra essere orientato il partito ultraortodosso Giudaismo della Torah. Se così fosse, 18 voti sono in pratica terreno di scontro per i cinque candidati e assicurarseli vorrebbe dire mettere una serie ipoteca al passaggio al secondo turno.
E’ stata una campagna presidenziale dai toni accesi dove la stampa locale si è divertita a pescare nel torbido della vita privata dei candidati. Si è iniziato con il coinvolgimento di Ben Eliezer in alcuni casinò di Londra per passare ai 72.000$ di liquidazione pagati da Sheetrit alla sua domenica. Ben Eliezer si è difeso dicendo che qualcuno ha assunto degli investigatori privati nel tentativo di infangarlo. Sheetrit, invece, ha accusato “uno dei candidati presidenziali” di operare una campagna di diffamazione nei suoi confronti.
La polizia, intanto, continua ad indagare su una cassetta di sicurezza in cui sono stati trovati 600.000$ che il parlamentare laburista Ben Eliezer non avrebbe dichiarato al fisco. Il parlamentare ha cambiato la sua versione più di una volta in questi ultimi giorni negando, in un primo momento, di avere la cassetta salvo poi, messo alle strette, affermare che ne aveva una alla filiale della Banca Discount Israel in cui vi erano depositati 60.000$.
Peccato per lui che quando ieri la polizia ha aperto la cassetta, la cifra era 10 volte di più. Gli avvocati del politico hanno detto che il “surplus” di denaro appartiene al figlio di Ben Eliezer che aveva chiesto al padre di conservare la somma finché non sarebbe stato pronto a usarla per comprare un appartamento. Se la verità è ancora tutta da dimostrare, è certo però che ancora una volta la politica israeliana – travolta negli ultimi anni da scandali sessuali e di corruzione – ne esce nuovamente male. Nena News