Ai rappresentanti delle due ong, la prima a tutela i diritti umani nei Territori occupati, la seconda formata da ex soldati che denunciano crimini commessi dalle forze armate, non sarà più permesso tenere conferenze nelle scuole e nelle università
della redazione
Gerusalemme, 18 aprile 2018, Nena News – La Knesset, il Parlamento israeliano, lunedì ha approvato in seconda e terza lettura una legge che vieta di tenere conferenze nelle scuole e nelle università ai rappresentanti di Breaking the Silence, di B’Tselem ed altre ong israeliane a tutela dei diritti umani, che denunciano gli abusi commessi dalle forze armate a danno dei palestinesi sotto occupazione militare.
Quarantatre parlamentari hanno votato a favore mentre altri 24 hanno votato contro la legge presentata dal ministro dell’istruzione israeliano, Naftali Bennett, e dalla deputata Shuli Mualem-Refaeli, entrambi del partito Casa ebraica, una formazione nazionalista religiosa, ago della bilancia della coalizione di governo. L’approvazione della legge darà l’autorità a Bennett di vietare alle ong che criticano l’operato delle forze armate di incontrare gli studenti. Ad essere colpite saranno soprattutto Breaking the Silence e B’Tselem, negli ultimi anni al centro della campagna lanciata dal governo di destra contro le ong ritenute “ostili” allo Stato ebraico e al suo esercito e che ricevono donazioni dall’estero.
La legge approvata dalla Knesset si aggiunge a quella del 2016 sulla “trasparenza delle Ong”, ossia sulle sovvenzioni internazionali che giungono alle organizzazioni non governative israeliane accusate dalla destra al potere di essere “al servizio di entità e Paesi stranieri allo scopo di diffamare lo Stato di Israele”. Secondo questa legge che le organizzazioni che ricevono più del cinquanta per cento del loro budget da entità straniere sono tenute a divulgare questo dato in ogni pubblicazione che diffonderanno e in ogni comunicazione che faranno alle autorità.
Le ong sottolineano che le queste leggi hanno l’unico scopo di ridurre gli spazi di democrazia e di diffusione delle informazioni tralasciando il dato che il primo ministro Benyamin Netanyahu e la ministra della giustizia Ayelet Shaked, entrambi sostenitori della campagna contro le ong “ostili”, hanno ricevuto dall’estero gran parte delle donazioni per la loro ultima campagna elettorale (2015).
“Quando l’occupazione finirà – ha commentato Avner Gavriyahu, direttore di Breaking the Silence – tutte le leggi di propaganda politica che sono state progettate per limitare il lavoro di coloro che resistono all’occupazione, saranno ricordate come una nota a piè di pagina. Come individui che conoscono da vicino il regime militare imposto ai palestinesi – ha aggiunto – capiamo quanto sia importante continuare a rendere nota, la realtà nei Territori Occupati”. Da parte sua Hagai El-Ad, direttore di B’Tselem, ha notato che “Il dominio sui palestinesi richiede il controllo delle percezioni di Israele. Ma questi tentativi oppressivi falliranno”.
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