Dodici tra turisti e guide locali uccisi e 10 feriti: è il bilancio della clamorosa svista presa dall’aviazione egiziana, che ha puntato i suoi jet ieri sera contro un gruppo di viaggiatori che stava cenando nel deserto del Wahat nell’ambito di un’operazione anti-terroristica
della redazione
Roma, 14 settembre 2015, Nena News – Sono stati scambiati per miliziani dell’Isis e le jeep sulle quali viaggiavano crivellate di colpi. Si trovavano in un’area “proibita” – a detta delle autorità egiziane -del Wahat, il deserto occidentale che costeggia la Libia. Dodici persone, tra cui turisti messicani e le loro guide locali, sono morte stamattina per mano dei militari del Cairo, mentre altre 10 sono ricoverate nell’ ospedale Dar al-Fouad, a ovest della capitale.
Il portavoce del ministro del turismo, Rasha el-Azaizi, ha dichiarato che il gruppo si trovava in una “zona off-limits, nella quale le autorità non avevano autorizzato alcun tour”. Inoltre, gli autisti erano “senza patente di guida” e, pertanto, “un’azione legale verrà intrapresa contro il tour operator”. Quest’ultimo, intervistato dal quotidiano spagnolo el Mundo, ha però negato che la zona fosse proibita ai turisti o fosse luogo di attività terroristiche: “Vi facciamo sempre una sosta – ha detto il responsabile del tour operator – sulla strada per l’oasi Bahariya”.
All’oasi, però, il gruppo non è mai arrivato: “Si erano fermati per la cena nel deserto – ha continuato, citando la testimonianza dei due autisti sopravvissuti – a 100 km dall’oasi. Mentre mangiavano, sono stati presi di mira dai jet dell’aviazione egiziana. Sono stati letteralmente carbonizzati. Chi sopravviveva e tentava di fuggire, veniva inseguito e ucciso dai militari”.
“Il Messico – ha twittato il presidente Enrique Peña Nieto – condanna questo incidente contro i nostri cittadini e ha già chiesto un’indagine esaustiva su quanto accaduto al governo egiziano”. Il deserto di Wahat è una zona amata dai turisti ma anche dai miliziani jihadisti che si nasconderebbero tra le sue formazioni rocciose da cui avrebbero già lanciato numerosi attacchi contro le forze di sicurezza egiziane. Proprio qui, il mese scorso, la cellula egiziana dell’Isis ha decapitato un giovane croato che lavorava per una società francese.