Scrittrice, giornalista e poetessa, l’autrice siriana s’immerge nella psiche femminile, ripercorre una prospettiva femminile e femminista. Raccontando storie tabù
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 22 maggio 2017, Nena News -
“Since we are living in a difficult stage in which concepts have become distorted, principles have deteriorated, and transgressions and fabrications have become commonplace, I felt it necessary to speak out about this”
Queste sono le parole con le quali Colette Khoury, scrittrice, giornalista e poetessa siriana, nata a Damasco, introduce se stessa, esprimendo la direzione del suo impegno civile, profuso nella scrittura e, la necessità di trasformare la passione letteraria e politica in paradigma vitale. Colette, aderisce al suo tempo, ne interpreta strutture e sovrastrutture, s’infiamma per la società che nega i diritti e legittima posizioni subalterne.
Prova a sgretolare quel sistema di privilegi riconosciuto a limitate classi sociali e agli uomini. E’ la stessa Colette a dire “No” ad un matrimonio che la riduce ad fantasma domestico. Più volte, ripete al suo primo marito: ”Vorrei ti accorgessi che in casa c’è un essere umano; che fossi contento di parlare con me, piuttosto che gioire solo del pasto che ti preparo”.
Dalla sua biografia nasce la ribellione. L’ennesima storia di una donna araba del Novecento (nata nel 1931), che si sbarazza di ogni clichè e soffoca, con l’arte della scrittura e della parola, il tentativo di ridimensionare il valore delle iniziative sociali tese ad ampliare le opportunità concrete per le donne. La protesta morale di Colette Khoury prende avvio nella propria casa: stravolgendo il ruolo di moglie silenziosa ed ubbidiente cui non è riconosciuto lo spazio adeguato e alcuna rilevanza alla sua emotività.
Rivendica il diritto delle donne all’amore e alla libertà di viverlo nella forma che meno si allontani dalla personalità di ciascuna di esse. La donna dei suoi scritti, è colei che ha il coraggio di sfidare se stessa, che non resta immobile, ma sperimenta sentimenti ed emozioni. La scelta di Khoury, di creare una letteratura dell’amore, inteso come amore intellettivo e non puramente romantico, la colloca nell’alveo delle letterate che agitano le vite altrui, spingendole in avanti, verso il superamento dei limiti che la natura umana si pone.
La produzione di Khoury, innovativa nel suo messaggio, desta tuttavia “sospetto”, poiché indurrebbe le donne a ripensare a se stesse, in virtù del fatto che alcune azioni o parole proferite da loro, sono interpretate come segno di inferiorità e debolezza, caratteristiche riconducibili ad un immaginario sorto per comodità e pigrizia del pensiero nel mondo antico.
La letteratura e la scrittura riempiono la vita di Colette, pur non essendo gli unici linguaggi che adopera per parlare di sé e delle altre donne, poiché si dedica anche al giornalismo e alla politica. Dal 1990 al 1995 è membro indipendente del Parlamento siriano, nel 2008 diventa consulente letteraria del presidente Bashar al-Assad, inizia a scrivere per il quotidiano Al Baath di argomenti letterari e politici, coltivando quella vocazione letteraria di cui la sua esperienza di donna è intrisa.
Colette Khoury traccia il suo percorso con lucidità, non rinunciando alle sue scelte morali e ai suoi ideali. Il talento letterario e giornalistico, intrecciato alle doti politiche, irrompono; parimenti, il senso di giustizia e il desiderio di vivere secondo dettami non predeterminati. La scrittrice non interpreta un femminismo esasperato, sebbene questo andrebbe contestualizzato con riferimento agli anni Cinquanta, esaminandone la prospettiva femminista e sociale al suo interno.
La mobilitazione di Colette non si arresta né si limita alla Siria, ma prosegue nei paesi europei: ad esempio, in Francia e in Spagna ( dove sposerà il musicista Rodrigo de Zayas, dal quale avrà una figlia, Mercedes Nara).
Poetessa e militante. Nipote del primo ministro siriano Faris al-Khoury, eroe della resistenza alla Francia, Colette Khoury è una patriota, autrice di una raccolta sulla Guerra d’ottobre del 1973, nota come Yom Kippur War. Si laurea all’Università di Damasco in Letteratura Francese e riceve il Diploma dalla Facoltà di Letteratura di Beirut. La sua attività letteraria si concentra su una poetica dell’amore e dell’erotismo. Del linguaggio dei sensi e dei corpi: argomenti taboo della cultura siriana.
Carriera letteraria. Khoury è stata una pioniera del femminismo arabo. Negli anni ’50 inizia a scrivere storie “arrabbiate” che parlano di uomini e dell’egoismo di alcuni di loro. La sua attività si apre con Vingt Ans (Beirut, 1958), raccolta di poesie in lingua francese, nella quale Khoury manifesta il disappunto per le costrizioni sociali, il senso di vuoto e l’assenza di scopo nella vita, rinvenendo nell’amore la sola essenza salvifica.
Gran parte del lavoro di Khoury deriva dalla volontà di evitare una rappresaglia aperta: comprendendo che, solo attraverso la scrittura è possibile argomentare il pensiero politico evitando ripercussioni dirette. Colette Khoury s’immerge nella psiche femminile, molte delle storie ideate dalla scrittrice ripercorrono una prospettiva femminile e femminista, imbevuta di una capacità osservativa e analitica sottile che sprigiona dall’autrice attraverso i suoi scritti.
Khoury ha prodotto tantissimo: oltre 20 romanzi, numerosi articoli politici e letterari. Ma è il 1959 l’anno in cui Colette sciocca il mondo arabo, scrivendo un romanzo nel quale parla apertamente dell’amore: è la prima volta che una donna affronta con audacia un soggetto, vissuto come “scabroso” all’interno di una società tradizionale. L’opera è Ayyam Maahou (Days With Him), ispirata alla storia d’amore tra Colette Khoury ed il poeta siriano Nizar Qabbani. Colette costruisce la figura di una donna il cui sentimento non è tanto intenso da accecarla, in modo da lasciare intatta l’immagine di una leader forte.
La protagonista, Rim, non condivide le forme di controllo della società e della famiglia, in quanto ciò che desidera è poter sviluppare una identità personale. I genitori scompaiono quando è ancora giovane, ma il peso di una educazione rigida e dei valori trasmessi vivranno in lei creandole conflitti. È insofferente all’istituzione matrimoniale nella forma più classica, dichiarando:”No! Io non sono nata solo per imparare a cucinare per poi sposarmi, crescere bambini, e morire. Se questa è la regola del mio Paese, io sarò l’eccezione. Io non voglio sposarmi!”.
Due anni dopo, pubblica Layla Wahida (1961), opera tradotta col titolo One Night, che racconta la passione della protagonista per un pilota francese negli anni della Seconda Guerra Mondiale. La storia presenta il tradimento come esperienza illuminante: Rasha, donna sposata, cerca di ritrovare se stessa e reagire al controllo esercitato da suo marito, sulla sua vita, iniziando una relazione extraconiugale, dopo essere stata costretta a sposare un uomo di 30 anni quando lei ne aveva appena 15.
Salim, suo marito, concepisce il matrimonio alla stregua di una “transazione economica”, trattando Rasha come un oggetto. In più di una occasione, lo sfogo della moglie si consuma attraverso queste parole: ”Hai mai considerato, solo per un giorno, che questa donna, che consideri alla stregua dell’arredamento, è un essere umano?” “Un essere umano che avrebbe preferito centinaia di volte che tu condividessi con lei una delle tue idee piuttosto che pagarle una delle tue cene deliziose”. Nena News