Oltre 60 paesi al summit voluto da Trump oggi e domani nella capitale polacca. Presente Netanyahu assieme ai ministri degli esteri arabi. I palestinesi: è un complotto anche contro di noi
di Michele Giorgio il Manifesto
Roma, 13 febbraio 2019, Nena News – Non sarà «inutile» come prevede il capo di stato maggiore Mohammad iraniano Hossein Baqeri e neppure il «disperato circo» di cui parla il ministro degli esteri di Tehran Javad Zarif. Tuttavia è evidente che la Conferenza sulla stabilità e la sicurezza in Medio oriente, alla quale hanno lavorato per settimane gli Stati uniti con l’aiuto dei principali alleati mediorientali, Israele e Arabia saudita, si apre oggi a Varsavia decisamente sottotono rispetto alle attese degli americani. Donald Trump puntava a convincere i paesi dell’Ue a venirgli dietro nella crociata contro Tehran e a fare fronte comune contro «l’influenza destabilizzatrice dell’Iran».
L’Europa, o gran parte di essa, però ha aggirato il pressing americano e vuole proseguire lo sviluppo di un veicolo finanziario per l’elusione delle sanzioni Usa contro Tehran. La stessa Polonia, che pure è molto vicina a Washington e ospita la conferenza, ha chiarito di sostenere ancora, come il resto dell’Ue, l’accordo internazionale del 2015 sul programma iraniano di produzione di energia nucleare (JCPOA), dal quale gli Usa sono usciti lo scorso maggio. E pesa come un macigno l’assenza, comprensibile, della Russia ad incontro che tra le altre cose punta a spegnere l’influenza di Mosca in Medio oriente.
Tra gli oltre 60 paesi che hanno annunciato la loro presenza oggi e domani a Varsavia spicca proprio l’assenza dei rappresentanti di alto livello dei maggiori Paesi europei con la sola eccezione della Gran Bretagna che invierà il ministro degli esteri, Jeremy Hunt. «Questa conferenza non raggiungerà gli obiettivi dichiarati» ci diceva ieri l’analista Mouin Rabbani dell’Istituto di studi strategici di Washington, «gli Usa hanno già fatto retromarcia affermando che (il vertice) non sarà contro l’Iran. Gli europei, che erano il bersaglio di Trump e del Segretario di stato Pompeo, manderanno delegazioni non di alto livello».
Allo stesso tempo, ha aggiunto Rabbani, «la conferenza offre al premier israeliano Netanyahu l’occasione di sedere accanto ai ministri degli esteri di diversi paesi arabi e di compattare il fronte (arabo-israeliano) contro l’Iran che sino ad oggi ha agito dietro le quinte. E non sappiamo cosa la conferenza ha in serbo per i palestinesi». Perciò, ha concluso l’analista, «se da un lato l’Amministrazione Trump sull’Iran ha fallito, almeno per ora, l’obiettivo di portare l’Ue dalla sua parte, dall’altro Netanyahu avrà delle opportunità significative da concretizzare».
A Varsavia vedrà la luce l’Alleanza strategica del Medio Oriente (MESA), più nota come la Nato araba, con l’appoggio militare esterno di Israele, teorizzata da Mike Pompeo? Pochi ci credono anche se alla conferenza prendono parte paesi come Arabia Saudita ed Emirati che da tempo vedono Israele come un alleato contro l’Iran. L’Egitto, che pure è partner di Riyadh su vari fronti, forse invierà una delegazione di basso livello proprio temendo la creazione della Nato araba + Israele. Il presidente-dittatore Abdel Fattah el Sisi non avrebbe modo di venderla alla sua popolazione che guarda con avversione a Israele. «La maggior parte dei paesi arabi presenti alla riunione non si sentirà a proprio agio nel normalizzare i legami con Israele quando Netanyahu e il suo governo stanno affondando la soluzione dei Due Stati (Israele e Palestina). E non sono pronti a un’alleanza militare anti-iraniana che includa Israele», ha scritto su Arab News il commentatore politico giordano Osama Al-Sharif.
Netanyahu non tornerà a casa con il regalo della Nato araba anti-Tehran e alleata di Israele. In tasca però potrebbe avere un rapporto alla luce del sole con Riyadh e Abu Dhabi. E userà queste relazioni a danno delle aspirazioni dei palestinesi che invano hanno provato a convincere le monarchie sunnite a boicottare la conferenza che il ministro degli esteri dell’Anp, Riad al Malki, descrive come un “complotto”. A Varsavia saranno rivelate parti del “piano di pace” Usa per Israele e palestinesi, il cosiddetto “Accordo del secolo”. Il piano sarà partorito ufficialmente dopo le elezioni israeliane del 9 aprile ma il genero e inviato per il Medio oriente di Trump, Jared Kushner, in Polonia darà alcune anticipazioni. I palestinesi temono che possano raccogliere consensi tra gli arabi. Nena News