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I cantieri, simbolo della fine della guerra civile, hanno modificato radicalmente l’identità della capitale libanese. Ilaria Lupo, giovane artista italiana, li ha resi i protagonisti delle sue performance artistiche.

 

della redazione

Roma, 3 aprile 2015, Nena News - Ilaria Lupo è una giovane artista italiana che vive a Beirut. Tre anni fa ha iniziato una ricerca sullo spazio pubblico nella capitale libanese, in particolare sulla proliferazione di cantieri che è così intensa da marcare l’identità stessa del paesaggio urbano.

Ne sono nate due performance in tre cantieri e sta preparando un nuovo intervento. Questi progetti sono stati accompagnati da un’intensa ricerca sul territorio, che ha implicato l’esplorazione dei luoghi fisici, del loro aspetto sociale e del funzionamento a più ampia scala del meccanismo di ricostruzione della città, che ha sfondi politici legati al Libano e all’intera regione. Questa loro identità particolare non manca di suscitare dibattiti e polemiche che per me questionano la natura stessa dell’idea di ‘pubblico’.

Sotto il profilo artistico, Ilaria Lupi si è focalizzata sulla loro identità di ‘architetture transitorie’ e ha cercato di usare questa transitorietà nei lavori stessi, che sono interventi effimeri, volti principalmente a ‘dirottare’ la loro semantica nel contesto urbano. Le performance si sono svolte di notte, quasi a trasformare gli spazi in qualcos’altro nel momento di interruzione del lavoro, attribuendo loro un’altra ‘funzionalità’. Gli spettatori hanno quindi potuto confrontarsi altrimenti con una realtà che loro stessi vivono ogni giorno.

Gli operai (tutti siriani a Beirut) sono stati i suoi interlocutori durante questo percorso, e i progetti sono nati dall’osservazione di loro quotidiane ‘appropriazioni’ degli spazi, che di solito passano inosservate. Gesti che per l’artista rappresentano quella forma di diversione che cerca di mettere in atto nelle performance.

Nel 2012 ha realizzato la performance Readily Reversible, in cui ha installato il suo letto nel contenitore di metallo usato per trasportare materiale edile, e ha dormito in sospensione all’ultimo piano di un immobile in costruzione. Il pubblico era accompagnato dagli operai fino al tetto, da dove poteva vederla virtualmente ‘inserita’ nel paesaggio urbano.

Nel 2014 ha coinvolto l’équipe di operai di uno scavo a Downtown in una performance di musica live, Concerete Sampling (arrangement for derbekah and jackhammer). Ha chiesto la collaborazione del compositore e artista Joe Namy, il quale ha creato una composizione a partire dai suoni ambiente. Per due mesi hanno condotto una sorta di ‘training’ di musica, in cui gli operai hanno lavorato sulla nozione di ritmo e tecniche sonore, appreso nuovi generi e condiviso il loro background musicale (la musica Shaabi per la danza tradizionale Dabkeh, che trova la sua origine nel lavoro nei campi). Dal progetto è nato un film che documenta tutto il processo di preparazione della performance. Nena News

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