I rapporti tra Abu Dhabi e Belgrado sono da tempo solidi: se per la prima vi è la necessità di diversificare la propria economia e di ritagliarsi un maggior protagonista nella regione balcanica, per i secondi gli investimenti emiratini sono indispensabili per l’ammodernamento del proprio sistema industriale e agricolo
di Marco Siragusa
Roma, 2 ottobre 2018, Nena News – Lo scorso 20 settembre, il vice premier e ministro degli esteri serbo Ivica Dadic si è recato in visita presso l’Ambasciata serba negli Emirati. Durante la visita ha avuto modo di incontrare il suo omologo Sheikh Abdullah bin Zayed con cui ha discusso delle relazioni bilaterali tra i due paesi. I due ministri hanno affrontato anche la questione relativa all’abrogazione dei visti turistici per i cittadini serbi in viaggio negli Emirati, il cui numero ha superato l’anno scorso le 20 mila presenze. Questa misura era già stata attuata dal governo di Belgrado nei confronti dei cittadini degli Emirati. Nel paese è presente inoltre la più grande comunità serba di tutto il Medio Oriente, con oltre 6 mila cittadini serbi residenti.
I temi principali discussi durante l’incontro hanno però riguardato il rafforzamento dei già consistenti rapporti economici tra i due paesi, come dimostrato dalla decisione di organizzare la prima sessione del Comitato misto per la cooperazione tra Serbia ed Emirati che si svolgerà il prossimo novembre a Belgrado. Nelle dichiarazioni ufficiali rilasciate dopo l’incontro, Dadic ha sottolineato l’intenzione di creare una partnership strategica con gli Emirati, considerati come il “più importante partner nella regione del Golfo”. I rapporti tra la Serbia e gli Emirati Arabi Uniti risalgono agli anni ’70, al tempo dell’unificazione del regno e della sua partecipazione al Movimento dei Non Allineati. Nel 2008 gli Emirati furono il primo paese arabo a riconoscere la dichiarazione unilaterale d’indipendenza proclamata dal Kosovo, rendendo più complicate le relazioni con Belgrado.
Negli ultimi anni però le relazioni hanno subito un netto miglioramento grazie agli ingenti investimenti effettuati dalle compagnie arabe nel paese balcanico. Gli investimenti si sono concentrati in quattro settori chiave: aviazione, edilizia, agricoltura e difesa. L’accordo di cooperazione interstatale raggiunto nel 2013 ha rappresentato lo strumento attraverso cui avviare importanti relazioni bilaterali in campo economico. Il primo grande investimento di una società degli Emirati è stato l’acquisto da parte di Ethiad Airways del 49% della compagnia aerea Jat Airways (Jugoslovenski aerotransport), poi divenuta Air Serbia, per circa 200 milioni di dollari.
Questa operazione è stata seguita, l’anno successivo, dal progetto urbanistico “Belgrade Waterfront”. Cofinanziato dall’impresa Eagles Hills per un valore di oltre 3,5 miliardi di $ il progetto prevede la creazione, nella zona di Savamala a Belgrado, di un quartiere di lusso comprendente il più grande centro commerciale di tutti i Balcani, hotel, migliaia di nuove abitazioni destinate ai turisti stranieri e alle fasce più alte della popolazione locale e una torre residenziale alta 200 metri. Nei piani della società, i lavori di costruzione dovrebbero creare circa 20.000 posti di lavoro per i cittadini serbi. Nello stesso anno il Dipartimento delle Finanze di Abu Dhabi ha annunciato l’erogazione di un prestito verso la Serbia di ben 1 miliardo di $. L’accordo era stato firmato dopo una visita di Aleksandar Vučić negli Emirati.
Nel settore della difesa, la collaborazione tra le industrie nazionali ha portato nel 2014 alla firma di un accordo di cooperazione per lo scambio di informazioni e tecnologie di difesa, il sostegno reciproco nella formazione della polizia militare degli Emirati e delle forze speciali serbe e di un contratto di 200 milioni di € per lo sviluppo di un nuovo sistema missilistico. Nel febbraio scorso è stato raggiunto un ulteriore accordo per l’esportazione di armi prodotte dalla serba Zastava Oruzje, per un valore di circa 7,5 milioni di euro.
A maggio di quest’anno i governi hanno sottoscritto inoltre due importanti Memorandum d’intesa, uno nel settore delle infrastrutture portuali e uno in quello alimentare. Il primo, firmato tra il ministro per l’edilizia, i trasporti e le infrastrutture Zorana Mihajlovic e il presidente del Dubai Port World Ahmed bin Sulayem, prevede investimenti per oltre 200 milioni di euro per la costruzione di un porto fluviale sul Danubio. La stessa compagnia di Dubai ha inoltre mostrato interesse per la privatizzazione del porto di Novi Sad, la seconda città del paese.
Il secondo Memorandum è stato firmato dal Ministro dell’Agricoltura, delle foreste e delle Acque Branislav Nedimovic e riguarda l’esportazione di alimenti serbi sul mercato arabo e l’acquisto di aziende agricole di proprietà statale da parte di società degli Emirati. Già nel 2012 l’Al Dahra Agricultural Company aveva partecipato alla creazione di una joint venture con il governo serbo per la produzione di carne e prodotti caseari, per un valore di circa 400 milioni di $. Nel 2013, il Fondo di sviluppo degli Emirati aveva concesso un prestito di ulteriori 400 milioni di $ per lo sviluppo agricolo serbo.
L’interesse del paese arabo per questi settori è strettamente legato a due questioni di fondo: da un lato la necessità di diversificare la propria economia rendendola meno dipendente dai prodotti petroliferi per far fronte alle sempre più frequenti crisi legate al settore, dall’altro l’intenzione di ritagliarsi un maggior protagonismo nella regione balcanica sia per l’enorme potenziale in termini di crescita economica sia per la massiccia presenza di musulmani nell’area.
Per la Serbia, invece, questi investimenti giocano un ruolo fondamentale nell’ammodernamento del proprio sistema industriale e agricolo. La mancanza di capitali nazionali ha infatti spinto i governi verso la ricerca di investimenti stranieri in grado di sopperire a tale mancanza. Per Belgrado, il sostegno economico degli Emirati rappresenta solo un’ulteriore fonte di finanziamento che contribuisce ad allargare le relazioni politiche ed economiche del paese, in linea con la politica estera adottata in questi anni. Nena News