Il 17 febbraio si è riunita a Bruxelles la Conferenza dei donatori per sostenere la ricostruzione dopo il terremoto albanese. Raccolti poco più di un miliardo di euro. Tra i principali finanziatori, dopo l’Ue, ci sono Ankara e Abu Dhabi, interessate a sostituirsi all’Europa
di Marco Siragusa
Roma, 26 febbraio 2020, Nena News – La notte del 26 novembre scorso un forte terremoto di magnitudo 6.5 ha colpito l’Albania provocando 51 morti, oltre 3mila feriti e diverse migliaia di sfollati. Le zone più colpite sono state quelle della capitale Tirana, di Durazzo e di Alessio.
Immediatamente dopo l’evento numerosi paesi hanno sostenuto la popolazione albanese con l’invio di mezzi e personale per fronteggiare l’emergenza. Tra questi la Turchia che aveva inviato – tramite la Mezzaluna Rossa e l’Autorità di gestione delle catastrofi e delle emergenze (Afad) – velivoli, tende, coperte, letti portatili e stufe.
Un impegno non indifferente, riconosciuto anche dal premier albanese Edi Rama che già il 27 novembre aveva espresso gratitudine per “gli sforzi della Turchia e del presidente Recep Tayyip Erdogan che rimarranno nelle nostre menti e non saranno mai dimenticati”. Lo stesso giorno, parlando al Comitato per la cooperazione economica e commerciale (Comcec) dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic), Erdogan aveva parlato di “dovere di fratellanza”.
Il 7 dicembre Rama si era poi recato a Istanbul per un incontro con il presidente turco e un gruppo di investitori e uomini d’affari in una sorta di incontro bilaterale prima della Conferenza organizzata dall’Ue il 17 febbraio. Particolarmente significativo anche l’impegno assunto dagli Emirati Arabi che nei giorni successivi al terremoto avevano inviato, attraverso l’Emirates Red Crescent (Erc), cibo e beni di prima necessità in grado di coprire i fabbisogni di più di 500mila persone.
Agli aiuti inviati autonomamente dai singoli paesi nelle prime ore dell’emergenza ha fatto seguito l’impegno di tutta la comunità internazionale per la convocazione di una Conferenza dei donatori volta a raccogliere fondi per la ricostruzione, quantificati dal governo albanese in poco più di un miliardo di euro.
La Conferenza, intitolata “Insieme per l’Albania” e organizzata dall’Ue, si è tenuta lo scorso 17 febbraio a Bruxelles e ha visto la presenza delle istituzioni europee, degli Stati membri, delle Nazioni Unite, della Banca Mondiale e di singoli paesi come Stati Uniti, Turchia, Emirati Arabi Uniti e i vicini paesi ex jugoslavi.
Il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che sono stati raccolti 1,1 miliardi di euro raggiungendo così l’obiettivo di coprire praticamente per intero gli interventi necessari. Un risultato enfatizzato da Rama che si è detto commosso, sottolineando che avrebbe considerato come un successo il raggiungimento anche solo della metà della somma finale.
In totale, le istituzioni europee hanno contribuito per circa 400 milioni di euro tra prestiti, finanziamenti e investimenti. Di questi, 115 milioni proverranno dalla Commissione Europea, 100 milioni a testa dalla Banca europea per gli investimenti e dalla Banca del Consiglio d’Europa e altri 80 milioni dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
Tra gli Stati membri l’Italia è stata tra quelli ad aver messo sul piatto la quota più consistente, circa 91 milioni di euro compresi quelli già stanziati in precedenza. La Francia, che a ottobre aveva bloccato l’avvio delle negoziazioni per l’adesione dell’Albania all’Ue, ha promesso circa 100 milioni di cui 60 sotto forma di prestiti.
Tra gli altri paesi presenti alla Conferenza la Serbia, i cui rapporti con Tirana non sono certo dei migliori, ha promesso due milioni di euro. Tra le partecipazioni più consistenti rientrano quelle degli Emirati Arabi Uniti, pari a 70 milioni di euro, della Turchia (45 milioni) e soprattutto dell’Islamic Development Bank (365 milioni).
Nello specifico gli Emirati si sono impegnati a ricostruire oltre 2mila unità abitative danneggiate o completamente distrutte dal sisma. Progetto simile messo in campo dalla Turchia che ha promesso di creare oltre 500 nuove abitazioni per la popolazione albanese.
Queste cifre mostrano chiaramente il forte impegno assunto da Turchia ed Emirati nella ricostruzione. Particolarmente significativo anche la volontà di impegnare le donazioni per progetti abitativi. Una scelta che sembra voler contribuire a diffondere un’immagine positiva di questi paesi tra la popolazione albanese.
Entrambi hanno infatti importanti interessi politici ed economici in Albania e il supporto offerto nella ricostruzione post-sisma travalica il semplice “dovere di fratellanza” espresso da Erdogan. Un impegno quindi non del tutto disinteressato ma, nonostante le difficoltà economiche interne soprattutto in Turchia, volto a rimarcare una propria presenza nella regione in un momento in cui l’Ue, a causa dell’ennesimo rinvio dei negoziati per l’adesione, sembra aver perso non poca credibilità. Nena News