La diffusione della malattia non sta soltanto uccidendo migliaia di persone, mette a rischio anche il diritto all’istruzione di milioni di africani. I progressi fatti negli ultimi anni potrebbero essere vanificati, con gravi conseguenze per lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi coinvolti. E in Guinea, Liberia e Sierra Leone per fare lezione si ricorre a radio, televisione, telefoni cellulari e internet
di Rita Plantera
Cape Town, 4 dicembre 2014, Nena News - Chiuse, insieme ad altri edifici pubblici, per scongiurare il diffondersi ulteriore del virus o usate come centri di detenzione per i malati di Ebola. È questo il destino delle scuole in Guinea, Liberia e Sierra Leone: con effetti devastanti soprattutto per le ragazze, le più esposte a situazioni di alto rischio come matrimoni e gravidanze precoci. A rivelarlo è il rapporto ‘Ebola Emergency: Restoring Education, Creating Safe Schools and Preventing Long-term Crisis’ della Global Business Coalition for Education in collaborazione con A World at School, che propone – in attesa della riapertura delle scuole – l’insegnamento attraverso radio, televisione, telefoni cellulari e internet.
Nei tre Paesi sarebbero 5 milioni i bambini costretti a non andare a scuola a causa dell’epidemia di Ebola.
“Con i bambini senza scuola a tempo indeterminato, Ebola minaccia di invertire anni di progresso educativo in Africa occidentale dove i tassi di alfabetizzazione sono già bassi e i sistemi scolastici si stanno solo ora riprendendo da anni di guerra civile” sostiene nel rapporto l’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’educazione globale, Gordon Brown.
Il 54% dei bambini rischia di non tornare più in aula se non va a scuola per un anno e “Il rischio di lavoro minorile aumenta rapidamente dato che il contributo all’economia domestica diventa fondamentale per le famiglie”. A essere maggiormente colpiti per le generazioni a venire sarebbero i “più emarginati”, se “scuole sicure” non vengono riaperte.
Ma le scuole prima di essere riaperte – si legge nel rapporto – devono essere pulite e disinfettate, dotate di acqua e servizi igienici migliori. Mentre, una volta riaperte, gli insegnanti andrebbero preparati a riconoscere i sintomi di Ebola in modo da saper individuare eventuali casi. Le scuole in questo modo oltre a garantire un’istruzione fornirebbero anche una “prima linea di difesa nel tracciare e monitorare i potenziali casi di Ebola”.
A introdurre nel mese scorso l’insegnamento via radio è stato il governo della Sierra Leone: “I programmi radiofonici (e televisivi) sono stati ben accolti da genitori e alunni. Il fatto che si stiano impegnando è già un segno di riuscita” ha sostenuto il ministro dell’Informazione, Alpha Kanu. Un altro Paese ad aver introdotto misure analoghe è la Liberia, secondo quanto riportato da Unicef.
Intanto, secondo i dati diffusi mercoledì dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il bilancio delle vittime di ebola è salito a 6.070 su 17.145 casi al 30 novembre scorso. In Sierra Leone “La trasmissione rimane intensa e persistente in tutto il paese, con l’eccezione del Sud”. Mentre “nelle zone occidentali, come Freetown e Port Loko, il trattamento e la capacità di isolamento continuano ad essere resi carenti da un grande volume di nuovi pazienti”.
La Sierra Leone ha registrato 1.455 su 2.039 nuovi casi nei tre paesi negli ultimi 21 giorni. Nena News